L’Unione Europea sostiene il Libano, secondo le politiche di Vicinato, ma la situazione del Paese mediterraneo è critica, tanto da richiedere nuovi stanziamenti per aiuti umanitari
Questa relazione è stata redatta in seguito a un reportage dell’autrice, la giornalista Chiara Giannini, realizzato in Libano tra marzo e aprile 2023. Analizza nel dettaglio la situazione geopolitica del Paese (con ampi stralci da uno studio dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale), la povertà causata dal default economico, l’impegno del contingente internazionale della missione Unifil e i progetti europei volti ad aiutare, con la cooperazione, una terra che si affaccia sul Mediterraneo e dalla quale, oggi, si rischia la partenza di numerosi migranti a causa delle condizioni economiche.
La situazione non si può dire migliorata. L’Unione Europea ha sostenuto e sostiene il Libano secondo le politiche europee di vicinato (European Neighbourhood policy) e le varie modalità sono declinate nella relazione. Stante l’incertezza politica che pesa sui processi di rinnovamento e ricostruzione, la Ue ha stanziato ancora nuovi investimenti. Nel corso di una visita nel Libano a marzo 2023, il commissario per la Gestione della crisi, Janez Lenarčič, ha annunciato uno stanziamento di 60 milioni in aiuti umanitari a sostegno della popolazione più vulnerabile, compresi i rifugiati provenienti dalla Siria.
Si stima che le persone in stato di bisogno nel territorio libanese siano attualmente 4 milioni. Fonti UE ritengono che l’80% della popolazione del Libano viva in povertà e il 36% sia sotto la soglia di estrema povertà (2,15 $/die), mentre il 90% dei rifugiati siriani non riescono a coprire i loro bisogni essenziali. Questo pacchetto prevede sostegno nell’alimentazione di base, distribuzione di contante, servizi educativi e sanitari. Una parte della somma andrà in capitoli per la preparazione a disastri o emergenze.
Anche l’Italia sostiene il Libano tramite l’attività della Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), nel campo dell’ambiente e per i settori denominati in acronimo “Wash” (acqua, servizi sanitari e igiene). Sono previsti interventi anche nella protezione sociale, sui mezzi di sussistenza e il gender. La tradizione culturale italiana ha fatto sì che particolare attenzione sia rivolta al patrimonio storico del Libano: obiettivo, insieme ai francesi, è la cura dei monumenti di Tripoli, Biblos, Baalbek, Sidone e Tiro. Grazie al supporto Unesco, la cooperazione italiana è di supporto anche nel sito naturalistico della Val Kadisha con progetti di restauro di affreschi delle chiese rupestri, di restauro e messa in sicurezza di sentieri, nonché nel centro storico di Beirut per la riabilitazione del Museo Sursok gravemente danneggiato dall’esplosione del porto di Beirut dell’agosto 2020.