Europarlamentare LEGA, gruppo Identità e Democrazia, membro commissione Affari esteri (AFET), Bilanci (BUDG) e sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa (SEDE); membro Delegazione per le relazioni con Israele e con l’Assemblea parlamentare della NATO.
Al Senato della Repubblica italiana per quattro mandati, è stata eletta europarlamentare della IX legislatura nel 2019 nella circoscrizione Italia centrale. Ha ottenuto 39.336 preferenze risultando terza degli eletti (Matteo Salvini escluso). A seguito di ciò, si è dimessa dal Senato.
Contributi alle discussioni in Aula
Relazione 2022 sull’Albania (discussione)
Martedì 11 luglio 2023 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, l’Unione europea e l’Albania hanno un destino comune e oggi riaffermiamo la volontà di integrazione di uno Stato amico e alleato, ma voglio cogliere questa occasione per sottolineare il contributo dell’Albania alla pace e alla stabilità internazionale, alla salvaguardia dello Stato di diritto tra le nazioni, alla salvaguardia del multilateralismo.
Attraverso il suo abile ambasciatore alle Nazioni Unite, in questi due anni di presenza nel Consiglio di Sicurezza ha affrontato nel più alto consesso del mondo del multilateralismo rivalità geopolitiche sempre più accentuate e instabili.
L’Albania ha dimostrato come un piccolo paese possa influenzare molto al di sopra del suo peso ed essere in prima linea sulle questioni che contano, contribuendo efficacemente a mantenere la bussola morale che la Russia ha perso ormai da tempo. Il suo contributo alla NATO è per noi sempre più prezioso.
L’importanza di questo volto più moderno dell’Albania è utile prima di tutto agli amici albanesi per costruire partenariati più forti e nuovi meccanismi di cooperazione nella regione dei Balcani, in Europa e nel mondo.
L’Europa ha bisogno dei Balcani e i Balcani hanno bisogno dell’Europa.
L’Italia ha nella sua fratellanza storica con l’Albania il compito di sostenere sempre di più il processo virtuoso di due paesi che condividono un mare.
Grazie a Lei, Commissario Várhelyi, e grazie alla relatrice Santos per il lavoro che fate e che farete.
Conseguenze umanitarie e ambientali della distruzione della diga di Nova Kakhovka – Ricostruzione sostenibile e integrazione dell’Ucraina nella comunità euroatlantica (discussione)
Martedì 13 giugno 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, signor Commissario, questo è un momento senza precedenti per la sicurezza euroatlantica, una sicurezza che non ci può essere senza un Artico sicuro, un Mar Baltico sicuro, un Mar Nero sicuro, l’intero Mediterraneo allargato sicuro e un’Africa sicura. Ma la Russia ha invaso uno Stato sovrano euroatlantico, sconvolgendo molti aspetti della nostra sicurezza.
Nell’infliggere questa devastazione, la Russia ha un complice compiacente e molto potente: la Cina. In questo ambiente geopolitico rimaniamo impegnati a sostenere i bisogni urgenti dell’Ucraina e aumentare le sue capacità di combattimento a lungo termine.
Cari amici ucraini, non potendo vincere sul campo di battaglia, i russi hanno cercato di far morire di freddo nell’inverno la popolazione civile, di portare morte e distruzione ovunque con piogge di missili e ora cercano di affossarci economicamente, danneggiando immensamente le capacità produttive agricole. Ma la vostra resilienza, il coraggio e la determinazione nel difenderci tutti, ancora una volta ci impressiona, ci commuove e ci dà il coraggio e la convinzione di stare al vostro fianco fino alla fine, per mettere fine a ogni forma di violenza e di crimini contro l’umanità. E quella diga non versa solo acqua, ma tutte le lacrime del mondo civile.
Le relazioni UE-Balcani occidentali alla luce del nuovo pacchetto sull’allargamento (discussione)
Mercoledì 19 ottobre 2022 – Strasburgo
Signora Presidente, signor Commissario Várhelyi, onorevoli colleghi, sin dalla firma del trattato di Roma, l’Unione europea si è dimostrata una comunità di intenti e di valori condivisi, un faro di democrazia e di Stato di diritto. Promuovendo la pace, i nostri Stati sono diventati più forti insieme.
L’allargamento è oggi un obiettivo essenziale per rafforzare l’Unione e promuovere più pace e più stabilità, prosperità e sicurezza. Sebbene allinearsi alla politica estera e di sicurezza comune non sia un criterio formale per i negoziati di allargamento, oggi però ne comprendiamo la vitale importanza e l’impatto nel presente contesto geopolitico in ordine alle relazioni internazionali, a partire dal grande valore aggiunto costituito dalla nostra partecipazione alla NATO.
Coscienti dei continui tentativi della Russia di attirare nella sua zona di influenza i paesi dell’area, ribadiamo come i Balcani occidentali rimangano la priorità strategica dell’Unione europea e dei suoi Stati membri. Intensifichiamo i nostri sforzi per offrire ai Balcani occidentali la piena partecipazione ai nostri piani economici, energetici e di salute e cerchiamo anche di migliorare da un punto di vista infrastrutturale le connessioni possibili.
L’attuale situazione globale è riflessa nel pacchetto allargamento di quest’anno, che vede sostanzialmente ampliata l’analisi sul posizionamento internazionale dei diversi paesi coinvolti.
Grazie a Lei, Commissario Várhelyi, per il lavoro che sta svolgendo insieme alla Commissione, all’Alto rappresentante, al rappresentante speciale per il dialogo facilitato Belgrado-Pristina, continui con la determinazione che La caratterizza, con il Suo lavoro rafforzi l’Europa e la prospettiva di libertà e democrazia per quei paesi che devono poter diventare sempre più affini.
Relazione 2021 della Commissione sulla Macedonia del Nord (discussione)
Mercoledì 18 maggio 2022 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie al relatore per il suo lavoro. La Macedonia del Nord conferma di porsi nella tradizione liberale e democratica dell’Unione europea e della NATO, di cui è membro dal 2020, un membro attivo. Inoltre, si allinea alla linea politica estera e di sicurezza e di difesa europea anche contro l’aggressione ingiustificata e illegale russa, avendo deciso di inviare equipaggiamento militare per sostenere l’esercito ucraino nella lotta in favore della libertà e dello Stato di diritto.
Auspichiamo fortemente la continuazione del dialogo bilaterale con la Bulgaria, così da favorire finalmente il processo di riforme nazionali necessarie per una piena collaborazione nella cornice europea, soprattutto per la questione delle minoranze. È questo il momento storico per dimostrare la comune volontà di convergenza verso un’unica, grande e forte famiglia europea, portatrice di valori di libertà e democrazia.
La Macedonia del Nord rappresenta un investimento geostrategico a favore della pace, della stabilità e della crescita dell’intero continente europeo; l’Europa sia all’altezza di questa missione.
Relazione 2021 della Commissione sull’Albania (discussione)
Mercoledì 18 maggio 2022 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, io sono d’accordo con la Presidente Roberta Metsola sul fatto che l’Unione europea debba pensare a modi per accelerare il processo di allargamento nei Balcani occidentali, perché la stabilità nell’immediato vicinato significa la stabilità nell’Unione. E di fronte a questo nuovo contesto geopolitico dobbiamo chiaramente trovare un modo per pensare alla nostra Europa e alla sua unità, senza indebolirla da dentro.
Come parlamentare europea italiana ribadisco il forte sostegno al cammino europeo dell’Albania, che è già tracciato e non può essere rallentato, e insieme a questo Parlamento riconosco lo sforzo di riforma e di convergenza dell’Albania per diventare una democrazia compiuta, pluralista e giusta, capace di rafforzare il proprio ruolo regionale, internazionale, all’interno della NATO e nell’allineamento alla politica estera e di sicurezza e di difesa europea, che nella reazione contro l’aggressione russa abbiamo potuto constatare.
Lo Stato di diritto, uno dei valori fondamentali dell’Unione e conditio sine qua non per la tutela di tutti gli altri valori fondamentali dell’Unione, deve realizzarsi nella sua pienezza in Albania, così da voltar pagina per sempre col passato. Il popolo albanese vuole l’Europa nel suo futuro, l’Europa faccia la sua parte.
25° anniversario del processo di Barcellona e del vicinato meridionale (discussione)
Martedì 15 dicembre 2020 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie Alto rappresentante presentante per la sua dichiarazione introduttiva, oggi celebriamo un’altra tappa storica dell’Europa per il Mediterraneo, fatta di luci e di ombre, signor Borrell.
Come Lei pensa a Barcellona, sede dell’Unione per il Mediterraneo, io penso ai trattati di Roma del 1957, considerati l’atto di nascita della famiglia europea e penso quindi a quel filo rosso che unisce Roma e Barcellona come capitali d’Europa e del Mediterraneo.
Insieme quindi vogliamo pianificare un futuro più sostenibile e giusto, lungo le strade del rispetto dell’ambiente, dello sviluppo, della cultura, della modernità e tutto ciò dobbiamo poterlo fare lavorando sul rafforzamento della governanceeconomica e capace di attrarre importanti investimenti privati, ma ci sono anche le ombre, signor Borrell.
Chiediamo che in modo sincrono, azioni comuni contro la tratta di esseri umani si possano sviluppare contro la criminalità organizzata, il terrorismo e l’immigrazione irregolare, sia dalle aree di origine che di transito, perché il perdurare di queste tendenze impedirà sempre alla regione di progredire e costringerà i cittadini europei a pagare un prezzo troppo alto. E prima ancora viene la dignità umana che noi troviamo all’inizio e alla fine di ogni vita di ogni singolo individuo.
E tuttavia molti paesi di quest’area non sono così inclini a rispettare in nome della ragione di Stato la dignità umana. Questo è l’appello più importante che noi possiamo fare oggi mentre celebriamo Barcellona, rinviando a un futuro dove insieme saremo protagonisti del rispetto, delle libertà e della dignità umana.
Valutazione della proposta della Commissione sulla revisione della metodologia di allargamento (discussione)
Lunedì 10 febbraio 2020 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, egregio Commissario, è lodevole l’offerta politica della Commissione ai Balcani occidentali, ma converrà anche una dichiarazione di fallimento delle azioni pregresse, cioè l’assenza di riforme di questi Stati nell’ambito dello Stato di diritto, unica salvaguardia della democrazia.
Infatti, disoccupazione, deficit economico, squilibri interni ed esterni espongono la regione a shock economici avversi. Ma lo Stato di diritto è solo un parametro o è piuttosto un enunciato garante della stabilità dell’inclusione e della convivenza in un sistema allargato tra di noi? È sufficiente per le particolarità dell’Albania? In guerra con sé stessa, tra corruzione, laicità e cultura democratica inesistenti, organizzazioni criminali sofisticate, divari oggi incolmabili.
Colleghi ed egregio Commissario, la Commissione si ostina a proporre un metodo ma non riesce ad affrontare il merito delle questioni. Proprio il metodo era il motivo apparente per cui le trattative con Albania e Nord Macedonia sono state interrotte pochi mesi fa, ma sappiamo tutti che a preoccupare erano le prospettive future dell’ingresso di questi Stati. In tutto questo, nella proposta della Commissione, la problematica della sicurezza infatti è solo accennata, a fronte di un mandato chiaro che i cittadini europei ci hanno dato a proteggere e difendere quest’Europa.
Per concludere, ritengo insufficiente, signor Commissario, sostenere la mera promozione delle riforme, perché l’Unione europea non potrà trovarsi ad affrontare in corso d’opera le molte incertezze dei Balcani occidentali. Piuttosto deve essere garantita con certezza l’irreversibilità dello Stato di diritto come cardine del processo di allargamento.
Attività di trivellazione della Turchia nelle acque dell’Unione nel Mediterraneo orientale (discussione)
Mercoledì 13 novembre 2019 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, proprio oggi abbiamo celebrato i trent’anni dalla caduta del muro di Berlino, principalmente grazie alla forte volontà della Germania di allora. Ciò dimostra che quando si vuole nessun muro è troppo alto per essere abbattuto.
Purtroppo, invece, da oltre trent’anni il muro che divide Cipro dentro l’Unione europea dimostra che l’Unione europea è ostaggio della Turchia. La Turchia sa bene che l’Unione europea è geopoliticamente debole, divisa al suo interno e che il soft power europeo non convince più nessuno e, soprattutto, non fa proprio paura a nessuno.
La sproporzione che emerge tra le azioni turche, siano esse le trivellazioni illegali o l’invasione del nord della Siria, e le risposte europee, fatte per paragrafi di condanna nei quali il Consiglio europeo, lo ha ricordato benissimo la presidente Loiseau prima, si rammarica, si lamenta, invita, auspica, dimostra che il progetto europeo è strategicamente inadeguato, sia su scala regionale che globale e che la nostra risposta è troppo debole.
Occorre, quindi, che qualcuno faccia qualcosa. Donne e uomini coraggiosi guardino in faccia la realtà.
Apertura dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania (discussione)
Mercoledì 23 ottobre 2019 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, certamente è forte l’interesse dell’Unione europea a espandere le relazioni con i paesi dei Balcani occidentali, ma siamo tutti consapevoli delle profonde cicatrici che segnano quest’area e che minacciano l’Unione europea: un’influenza cinese e russa; la presenza di grandi organizzazioni criminali e di potenziale terrorismo; politiche di stampo oligarchico; cittadini con doppio passaporto turco; più del 50 % di mussulmani in Albania e Bosnia, 28% in Nord Macedonia e il 95% in Kosovo.
Tutto questo rende evidente che lo strumento dell’allargamento e dell’adesione, come accaduto per la Turchia, versa in una profonda crisi. Forse, commissario Hahn, una buona politica commerciale europea ci eviterebbe l’impasse e il disaccordo fra Stati membri, per l’ennesima volta ognuno con una propria politica estera.
Un’Europa che ambisca a una propria autonomia strategica ha nella relazione con i Balcani occidentali il suo banco di prova. Cerchiamo questa volta di non deludere i cittadini europei e pensiamo soprattutto a loro.
Relazioni in quanto relatore ombra
RELAZIONE sulla relazione 2022 della Commissione sull’Albania
31.5.2023 – (2022/2199(INI))
Il Parlamento europeo,
Impegno a favore dell’adesione all’UE
Democrazia e Stato di diritto
Libertà fondamentali e diritti umani
Cooperazione regionale e relazioni di buon vicinato
Energia, ambiente, sviluppo sostenibile e connettività
RELAZIONE sulla relazione 2021 della Commissione sulla Macedonia del Nord
27.4.2022 – (2021/2248(INI))
Il Parlamento europeo,
Funzionamento delle istituzioni democratiche
Media e società civile
Diritti fondamentali
Stato di diritto
Riforme socioeconomiche
Ambiente, energia e trasporti
Cooperazione regionale e politica estera
RELAZIONE sulle relazioni 2019 e 2020 della Commissione sulla Macedonia del Nord
10.3.2021 – (2019/2174(INI))
Il Parlamento europeo,
Stato di diritto
Funzionamento delle istituzioni democratiche
Diritti fondamentali
Media
Riforme socioeconomiche
Energia, trasporti e ambiente
Cooperazione regionale e politica estera
Proposte di risoluzione
MOTION FOR A RESOLUTION on the case of Osman Kavala in Turkey
3.5.2022 – (2022/2656(RSP))
The European Parliament,
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
Dotare il meccanismo rescEU di più navi ospedale sul modello della nave ospedale italiana Vulcano
3.4.2024
La bussola strategica per la sicurezza e la difesa sottolinea come sia necessario ottimizzare, aggiornare e incrementare i costi comuni relativi alle missioni e alle operazioni militari, con l’obiettivo di aumentare la solidarietà e incoraggiare un ulteriore coinvolgimento in tali operazioni da parte degli Stati membri.
In quanto fornitore di sicurezza regionale e globale, l’Unione europea deve essere in grado di proiettare più strategicamente la propria influenza, utilizzando capacità e responsabilità condivise.
Questo anche in considerazione del fatto che l’ambiente geopolitico attuale è caratterizzato da un aumento di conflittualità e di autoritarismo, a cui corrisponde la necessità di saper fornire aiuti umanitari in quantità e scala senza precedenti nella storia delle relazioni internazionali.
Nel comparto marittimo e navale, la nave ospedale Vulcano è la prova che l’Italia ha meno lacune a livello di capacità e strategia rispetto ad altri Stati membri e di come l’industria cantieristica e navale italiana sia in grado di essere meno dipendente, tecnologicamente e industrialmente, da terzi.
Ciò premesso, intende la Commissione dotare il meccanismo rescEU di più navi ospedale sul modello della nave ospedale italiana Vulcano?
Dichiarazioni della Presidente della Commissione europea sulle elezioni politiche italiane
23.9.2022
Nel corso di un dibattito tenutosi il 22 settembre 2022 presso l’Università di Princeton, negli Stati Uniti, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, riferendosi alle imminenti elezioni italiane, ha dichiarato che qualora l’azione del futuro governo vada in una “direzione difficile”, la Commissione ha gli strumenti per intervenire, come nei recenti casi di Polonia e Ungheria.
Incendi in Europa – Il caso di Roma
19.7.2022
“Inondazioni, incendi, ondate di calore, temporali, terremoti, smottamenti. Questi eventi stanno interessando tutti i nostri paesi europei: dalla Grecia al Belgio; dalla Svezia all’Italia”. È quanto ha dichiarato, il 28 giugno 2022, il commissario per la Gestione delle crisi Janez Lenarčič in occasione del discorso di apertura del 7° Forum europeo della protezione civile a Bruxelles. Parole quanto mai attuali di fronte ai devastanti incendi che hanno colpito Roma in questi giorni nuocendo alla vita dei suoi cittadini. Inoltre, le immagini dell’ultimo e più grave evento, anche questo forse doloso, hanno fatto il giro dei principali media internazionali. Cresce la preoccupazione per la salvaguardia ambientale di una delle principali capitali europee e del Mediterraneo.
Pertanto, può la Commissione indicare:
Disparità di trattamento di ITA rispetto a Lufthansa e Air France-KLM
8.4.2021
La pandemia di COVID-19 ha duramente gravato sul trasporto aereo europeo, spingendo vari paesi a concedere aiuti alle compagnie nazionali, anche come ricapitalizzazioni. L’Italia ha deciso di costituire una nuova compagnia aerea, ITA, con un investimento pubblico iniziale sulla base della sostenibilità.
A tale riguardo, il commissario UE alla Concorrenza ha richiesto la cessione di circa metà degli slot della compagnia italiana nell’aeroporto di Linate che ITA acquisirebbe da Alitalia in conformità dell’articolo 8 bis, lettera b), punto iii), del regolamento (CEE) n. 95/93, con la giustificazione di prevenire distorsioni nel mercato.
Nonostante altre compagnie come Lufthansa e Air France-KLM abbiano richiesto di accedere ad aiuti statali, le condizioni sono diverse: Air France cederebbe 6,5 % degli slot a Orly, Lufthansa 3 % a Monaco e 1,5 % a Francoforte e KLM 3 % ad Amsterdam.
Ciò premesso, si chiede alla Commissione di rispondere alle seguenti domande:
Incontro UE-Turchia ad Ankara
7.4.2021
In Turchia assistiamo a un continuo deterioramento dello Stato di diritto: proprio negli ultimi giorni il governo ha commesso l’ennesima azione forte. Le autorità turche, infatti, hanno arrestato 10 ex ammiragli della Marina con l’accusa di “attentato all’ordine costituzionale”. Questi arresti non sono casuali, bensì collegati ad una dichiarazione pubblica firmata da ben 104 ammiragli in pensione, in cui venivano denunciati i rischi di un eventuale ritiro della Turchia dalla Convenzione di Montreux, oltre a lanciare un appello affinché la Turchia rimanga uno Stato laico e democratico basato sullo Stato di diritto.
Sono stati utilizzati metodi autoritari ed antidemocratici per la repressione delle forze politiche di opposizione e delle organizzazioni civili e vi sono state violazioni dei diritti umani. Lo scorso 6 aprile, i Presidenti di Commissione e Consiglio Von der Leyen e Michel si sono recati ad Ankara per un vertice con il Presidente Erdogan sull’andamento delle relazioni tra UE e Turchia.
Alla luce di quanto sopra esposto, può la Commissione chiarire:
Ponte sullo Stretto di Messina – priorità e finanziamento
22.3.2021
Nella questione in oggetto occorre tenere conto delle seguenti premesse:
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Accordi di associazione tra l’Unione europea e il Principato di Andorra, il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino
1.3.2021
Con una decisione adottata il 16 dicembre 2014[1], il Consiglio dell’Unione europea ha ufficialmente autorizzato la Commissione a iniziare le negoziazioni per giungere a uno o più accordi di associazione tra l’Unione europea e il Principato di Andorra, il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino.
Nella raccomandazione del 13 marzo 2019 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente l’accordo di associazione tra l’Unione europea e Monaco, Andorra e San Marino[2], il Parlamento europeo ha chiesto di far progredire i negoziati affinché potessero concludersi quanto prima e comunque entro i successivi due anni.
Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Tutela dell’aceto balsamico italiano
26.2.2021
La Slovenia ha notificato alla Commissione europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione e commercializzazione degli aceti.
Con tale misura, il governo di Lubiana ha reso possibile la denominazione “aceto balsamico” per qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato, trasformandone quindi la peculiare denominazione in uno standard di prodotto. Un’operazione simile rischia di intaccare il sistema di tutela delle Dop e Igp, così come regolamentato dall’UE.
Una volta introdotti nel mercato, questi prodotti potrebbero indurre in errore i consumatori italiani ed europei, arrecando gravi danni a un intero comparto che rappresenta una delle numerose eccellenze del Made in Italy.
Per questi motivi, si chiede alla Commissione di rispondere ai seguenti quesiti:
Accesso della Repubblica di San Marino al meccanismo di aggiudicazione dei farmaci e vaccini
10.2.2021
La Repubblica di San Marino si trova all’interno dei confini dell’Unione Europea e per caratteristiche geografiche, storico-culturali, sociali e economiche ne è profondamente integrata. La situazione in via di definizione legata alle negoziazioni di un accordo di associazione iniziate nel 2014 e non ancora concluse sta creando seri problemi durante la pandemia, in particolare legati alla peculiarità geografica di San Marino, il cui territorio ricade interamente all’interno dell’UE. Tra questi, la questione dell’accesso ai vaccini e ai farmaci è la più importante e urgente.
Ai sensi della decisione n. 1082/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, il meccanismo di aggiudicazione congiunta è accessibile esclusivamente a Stati membri, Stati dell’EFTA e Paesi candidati all’adesione.
Al fine di garantire la sicurezza sanitaria all’interno dell’UE, può la Commissione rispondere al seguente quesito:
Intende intraprendere misure, nell’ambito della proposta di regolamento relativo alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, per estendere la possibilità di partecipare al meccanismo di aggiudicazione congiunta ai paesi i cui territori ricadono interamente all’interno dell’Unione?
Concessioni demaniali di spiagge e stabilimenti balneari, la Commissione ritiri la procedura d’infrazione all’Italia
8.12.2020
Il 3 dicembre 2020 la Commissione ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia, riguardante l’estensione quindicennale delle concessioni marittimo-demaniali, istituita dalla legge 145/2018. Secondo le dichiarazioni ufficiali della Commissione, tale estensione risulterebbe in contrasto con la direttiva 123/2006 (CE).
Tuttavia, la legge 145/2018 associa all’estensione quindicennale l’avvio di una contestuale opera di riforma del demanio marittimo italiano, senza la quale è impossibile stabilire i termini di applicazione della direttiva 123/2006 (CE) alle concessioni marittimo-demaniali. Difatti, la sentenza PROMOIMPRESA (cause riunite C-458/14 e C-67/15) della CGUE ha individuato, tra gli altri criteri, l’accertamento della scarsità delle risorse quale condizione indispensabile all’applicazione dell’art. 12 della direttiva 123/2006 (CE).
Tutto ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
La detenzione di Nasibe Semsai e le politiche migratorie della Turchia nei confronti di regimi totalitari
19.11.2020
Le leggi del velo forzato sono obbligatorie in Iran sin dalla rivoluzione islamica del 1979. La polizia del “buoncostume” iraniana tiene sotto sorveglianza la popolazione femminile, punendo chi si mostra in pubblico senza il velo con l’arresto, pene detentive, fustigazioni o multe.
Durante le proteste del “mercoledì bianco” del 2018, le donne iraniane hanno sfidato il regime togliendo il velo o rimpiazzandolo con un velo bianco in luoghi pubblici. Le autorità iraniane hanno reagito con massicce repressioni: almeno 48 difensori dei diritti delle donne sono stati arrestati e condannati in processi profondamente iniqui[1].
Nasibe Semsai, principale figura dietro questo movimento, rischia la deportazione e 12 anni di reclusione in Iran dopo essere stata arrestata in Turchia.
Lo strumento dell’UE per i rifugiati in Turchia gestisce un totale di 6 miliardi di euro[2] insieme allo strumento di preadesione (IPA), che concede alla Turchia un sostegno supplementare di oltre 9 miliardi di euro (2007-2020)[3].
Alla luce di quanto precede, può il VP/AR rispondere ai seguenti quesiti:
Considerando le sistematiche violazioni dei diritti umani e la continua e violenta repressione attuata dal regime iraniano, intende l’UE contribuire all’istituzione di un processo di responsabilità internazionale e fare pressione per combattere casi come quello sopra menzionato?
Considerando che queste elargizioni non hanno avuto il minimo effetto sul deterioramento della democrazia turca, intende l’UE mantenere tali finanziamenti?
Inoltre, come intende evitare il sostegno della Turchia a tali regimi?
Supporto all’Italia per l’immediata liberazione degli equipaggi dei motopescherecci di Mazara del Vallo imprigionati a Bengasi
7.10.2020
Da quasi 10 anni la Libia è dilaniata dalla guerra. Il 21 agosto, grazie anche agli sforzi dell’UE e dei suoi Stati membri, tra cui l’Italia, è stato possibile negoziare un accordo di cessate il fuoco la cui attuazione si spera possa contribuire a risolvere il conflitto.
Mentre un barlume di speranza prendeva forma, il 2 settembre, 18 membri degli equipaggi dei motopescherecci “Antartide” e “Medinea” di Mazara del Vallo sono stati illegittimamente fermati in acque internazionali dalle forze militari del generale Haftar e si trovano ancora oggi prigionieri nel porto libico di Bengasi.
Tensioni etniche, politiche e religiose in Bosnia Erzegovina
9.6.2020
La Bosnia Erzegovina, negli anni ‘90 al centro di un sanguinoso conflitto etnico, si trova negli ultimi tempi a vivere nuove tensioni etniche e religiose.
A settembre del 2019 il maggior partito bosniaco-musulmano ha manifestato l’intenzione di modificare il fragile assetto istituzionale del giovane Stato, aggirando di fatto gli accordi di Dayton e Washington. Tale intenzione, presentata sotto forma di dichiarazione scritta, ha scatenato le reazioni delle altre minoranze etniche, che hanno denunciato il partito, accusandolo di voler violare la Costituzione e di mirare a un nuovo conflitto.
Accanto a questa situazione già incandescente, vi sono i flussi migratori che percorrono i corridoi balcanici per raggiungere l’Europa e che, inevitabilmente, creano altra tensione.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Area portuale di Taranto e sicurezza
19.5.2020
L’interrogante desidera attirare l’attenzione della Commissione sul gradimento espresso dalle autorità di governo italiane alla realizzazione di un insediamento produttivo con il contributo di finanziamenti cinesi nell’area portuale di Taranto.
Su tale area già convivono zone delimitate dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, quali la Zona franca doganale, la Zona economica speciale e anche un programma congiunto con l’Agenzia industrie difesa finalizzato alla realizzazione di un hub specialistico dedicato al naviglio militare e civile, nazionale ed estero.
Tenendo conto che i porti, in generale, rivestono un ruolo fondamentale nella sicurezza della fornitura di energia e di merci, e che, in quanto infrastrutture strategiche consentono l’attuazione della sicurezza e sorveglianza marittima, generano big data (imprese marittime, utenti, autorità locali e centrali), e considerando che il porto di Taranto gode di una collocazione strategica unica per quanto riguarda la politica di vicinato verso i Paesi MENA (dai quali gli Stati membri subiscono da tempo minacce diversificate generate da grande instabilità), può la Commissione chiarire se considera coerente con la PESC e la cooperazione in ambito NATO la partecipazione di finanziamenti cinesi in attività produttive private che si espleteranno nell’area portuale?
Impegno europeo nei progetti di implementazione delle riserve idriche
3.3.2020
Il problema della siccità sta interessando zone sempre più ampie del territorio dell’Unione, comprese quelle solitamente non coinvolte dal fenomeno, e ciò anche a causa dei cambiamenti climatici e di un incremento dei prelievi per scopi civili e industriali.
Per evitare fenomeni di carenza localizzata, in vari Stati dell’Unione sono stati avviati dei progetti di riuso delle cave dismesse, trasformate dopo appositi trattamenti di impermeabilizzazione in bacini di contenimento delle acque piovane e delle ondate di piena dei vicini fiumi. Le riserve così create nei periodi di intense precipitazioni si rendono disponibili durante le successive fasi siccitose.
La ricerca e gli investimenti in questa direzione vanno incentivati anche da parte delle istituzioni dell’Unione europea, in quanto tale sistema consente un notevole incremento dell’occupazione e agevola la bonifica e la riqualificazione di siti spesso abbandonati e inquinanti, che invece potrebbero essere riconvertiti a uso civile e produttivo.
Alla luce di quanto esposto, si chiede:
se l’Unione europea intenda riconoscere l’importanza della riqualificazione di quelle aree, a fini di stoccaggio delle risorse idriche, incentivando e rendendo prioritarie le misure sostenute da investimenti dei propri fondi strutturali relativi all’ambiente e all’agricoltura, che riguardano la costruzione e l’ammodernamento delle opere irrigue.
Impegno europeo per il ricordo del disastro del Vajont
19.2.2020
Il 9 ottobre 1963 tra le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto (Italia) si verificò il disastro del Vajont, con la morte di migliaia di persone e la devastazione territoriale, sociale ed economica di quattro comunità.
Sebbene siano trascorsi quasi sessant’anni da quei fatti, nessuna autorità istituzionale dell’Unione europea risulta essersi mai recata in visita ufficiale nei luoghi della tragedia.
Tale lacuna merita di essere rapidamente colmata, non fosse che per il profondo monito che la sciagura riveste a livello internazionale (in Italia il Vajont è ritenuto per legge un esempio dei danni provocati dalla negligenza e dall’ingordigia dell’uomo).
Alla luce di quanto esposto, può la Commissione rispondere al seguente quesito:
Intende essa organizzare una visita alle comunità toccate dagli eventi del 1963 per dimostrare la solidarietà e la vicinanza dell’Unione europea, nonché per evitare che quegli errori abbiano a ripetersi nelle generazioni future?
Catastrofica alluvione su Venezia: necessità di un intervento urgente della UE con la mobilitazione del Fondo europeo di solidarietà e di fondi straordinari
21.11.2019
Il 12 novembre 2019 una catastrofica ondata di maltempo si è abbattuta sulla città di Venezia, sulla sua laguna e sul litorale veneziano (Caorle, Jesolo, Bibione, Chioggia, Eraclea).
Fortissime mareggiate, precipitazioni e venti estremamente intensi hanno innalzato il livello dell’acqua con picchi di 187 centimetri sul livello del mare, causando l’allagamento dell’80% della città di Venezia.
Proprietà pubbliche e private, infrastrutture, attività, imprese ed esercizi commerciali, siti d’importanza storica e religiosa e luoghi simbolo, come la Basilica di San Marco, sono stati colpiti da danni ingentissimi superiori al miliardo di euro.
Il Comune di Venezia e la Regione Veneto si sono tempestivamente attivati per affrontare la situazione d’emergenza, definita dal Governatore Zaia “una devastazione apocalittica e totale”.
Preso atto dei danni e delle drammatiche conseguenze provocate dall’alluvione a Venezia e dei grandissimi disagi patiti dalla popolazione e considerando che la città di Venezia e la sua laguna rappresentano un patrimonio storico, culturale e architettonico unico al mondo, che è stato riconosciuto sito del Patrimonio mondiale dell’UNESCO, può la Commissione far sapere:
Attivazione rapida FSUE – danni causati dal maltempo in Italia
20.11.2019
Dal 9 al 12 novembre un’eccezionale ondata di maltempo si è abbattuta su molte regioni d’Italia, provocando diverse vittime e ingenti danni a infrastrutture pubbliche e private, al settore agricolo, nonché a imprese e abitazioni private.
Le regioni interessate chiederanno al governo italiano di attivare una richiesta di mobilitazione del Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE), nato per intervenire in aree geografiche profondamente colpite da grandi calamità naturali.
Va sottolineato che il suddetto Fondo è finanziato da fondi non inclusi nel normale bilancio dell’UE, e quindi con risorse aggiuntive provenienti dagli Stati membri.
Si chiede pertanto alla Commissione:
Licenziamento collettivo Opel Italia S.r.l. Fiumicino
28.10.2019
Nelle scorse settimane, la Opel Italia S.r.l. di Fiumicino (RM), senza concedere alternativa concreta e con pochissimo preavviso, ha comunicato ai suoi 62 lavoratori di voler procedere al licenziamento collettivo per riorganizzazione aziendale.
Questa decisione è stata presa in seguito alla recente acquisizione, avallata dalla Commissione europea, della casa automobilista tedesca da parte del gruppo francese PSA.
Se, da un lato, l’acquisizione ha creato un colosso nel settore, dall’altro ha spinto il gruppo francese ad avviare una generale riorganizzazione che dovrebbe portare a 4000 esuberi entro il 2020. Di questi, 62 sono lavoratori dello stabilimento di Fiumicino.
Si chiede pertanto alla Commissione:
Uso FSUE maltempo Piemonte
23.10.2019
Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre, un’eccezionale ondata di maltempo si è abbattuta su Piemonte e Liguria, con particolare coinvolgimento delle province di Alessandria e del Verbano Cusio Ossola.
Numerose comunità sono rimaste isolate a causa delle frane che hanno provocato ingenti danni. Ci sono state evacuazioni e risultano vittime e dispersi. In particolare nei comuni di Novi Ligure, Serravalle Scrivia, Capriata D’Orba e Crodo.
La Regione Piemonte si è già attivata per avere lo stato di emergenza presso lo Stato italiano.
Si chiede quindi alla Commissione:
Tre migranti sbarcati con la Sea Watch 3 arrestati: la Commissione approfondisca la vicenda e adotti delle azioni di controllo
10.10.2019
Notizie di stampa italiana del 26 settembre 2019 riportano l’arresto di tre immigrati approdati in Italia lo scorso giugno a bordo della Sea Watch 3, l’imbarcazione comandata da Carola Rackete.
Nella fattispecie alcuni immigrati, una volta sbarcati con la nave Mediterranea, avrebbero riconosciuto Mohammed Condè, Hameda Ahmed e Mahmoud Ashuia quali soggetti che, prima di giungere in Italia a bordo della nave di Carola Rackete, li avrebbero torturati nel campo libico di Zawya.
Le indagini hanno portato all’arresto di queste tre persone con varie accuse, tra cui violenza sessuale, tortura, omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il 3 ottobre 2019, nel corso di un’audizione presso il Parlamento europeo, Carola Rackete ha confermato la bontà della sua azione, ovvero aver speronato un’imbarcazione militare italiana e fatto sbarcare i migranti della Sea Watch, nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni internazionali dei diritti umani e del mare.
Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Proposte di risoluzione individuali
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su un “piano Mattei” per la regione euromediterranea e africana in grado di garantire i progressi di cui tutti abbiamo bisogno
11.10.2023
B9‑0450/2023
Il Parlamento europeo,
– visto l’articolo 143 del suo regolamento,
Eventi/Webinar
Serbia, i pro e i contro di un’adesione contrastata
04/08/2023
https://www.annabonfrisco.eu/2023/08/serbia-i-pro-e-i-contro-di-unadesione-contrastata/
Un aggiornato report sul contrastato percorso di adesione all’Unione europea. Con i problemi Kosovo e Russia sullo sfondo, ma anche un nuovo impegno della Serbia nelle iniziative di cooperazione regionale. L’importanza di un dialogo facilitato con l’Unione europea
Migliorare l’impegno con i Balcani occidentali per un futuro comune
31/05/2022
Il processo di allargamento dell’Unione Europea ai Balcani occidentali: progressi, riforme, sfide e prospettive di Macedonia del Nord e Kosovo.
Il semestre sloveno e i Balcani occidentali
15/12/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/12/il-semestre-sloveno-e-i-balcani-occidentali/
L’allargamento della UE ai sei Paesi balcanici appare ancora lontano. “Siamo un’unica famiglia” come dice Ursula Von der Leyen, tuttavia non devono essere fatti sconti sul raggiungimento degli standard europei nei capitoli di adesione. La giovane Slovenia, nel suo semestre di presidenza UE, ha tentato di favorire il processo di allargamento
La politica di allargamento e il Partenariato orientale della UE
14/05/2021
Nel dettaglio della situazione economica e sociale dei Paesi candidati a entrare nella UE, prossimi e venturi. Con proposte di interventi di azione politica e legislativa per il gruppo Identità e Democrazia
Il futuro dei Paesi balcanici occidentali è palesemente nella UE
11/04/2021
Lo scorso 25 marzo l’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha votato il report annuale per l’allargamento ai quattro Paesi balcanici Albania, Nord Macedonia, Serbia e Kosovo. I quali, però, devono continuare a concentrarsi sulle riforme fondamentali. Importante apertura per l’Albania dal gruppo Id e dalla Lega
Kosovo: opportunità o rischio per l’Unione Europea?
08/01/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/01/kosovo-opportunita-o-rischio-per-unione-europea/
In Kosovo la sicurezza è il precursore e la premessa per dialogo e riconciliazione. NATO KFOR mantiene un ambiente di sicurezza per poter facilitare il dialogo politico condotto dall’Unione Europea
25° Anniversario del Processo di Barcellona
16/12/2020
https://www.annabonfrisco.eu/2020/12/25-anniversario-del-processo-di-barcellona/
Dibattito con l’Alto Rappresentante Borrell in Plenaria sul 25° anniversario del Processo di Barcellona, sul Partenariato Mediterraneo – Union for the Mediterranean
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In questi giorni il Mediterraneo sprigiona tutti i suoi colori, profumi e calore. Eppure il Mediterraneo è anche le diverse sfide e minacce alla sicurezza, nonché i conflitti in corso nel Medio Oriente, in Libia e in Siria, che non possiamo ignorare.
La concorrenza globale di Cina, Russia e Iran dovrebbe essere sempre di più al centro dell’azione della politica estera europea. Ne va del nostro futuro, che affonda le radici sulla democrazia di cui Roma, Atene e Gerusalemme hanno posto la prima pietra nel Mondo.
Il partenariato mediterraneo rafforzato sarà un imperativo strategico per l’Unione europea solo se ne saprà tutelarne la cultura, lo stile di vita e la prosperità, rispetto ad interessi che poco hanno a che fare con le nostre tradizioni.
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La Turchia non sarebbe così pericolosa, prepotente e preoccupante se l’Unione Europea giocasse un ruolo primario negli scenari di crisi nel Mediterraneo.
Anche la più basilare difesa dei confini, Grecia e Cipro, è diventata materia di scontro e divisione tra gli Stati Membri impegnati a fare i conti con i propri, seppur legittimi, interessi interni.
Ma i regimi autoritari prosperano sull’assenza di visione delle grandi democrazie.
Quegli interessi interni che sul breve termine sembrano irrinunciabili, nel futuro rivelano sempre un costo eccessivo, dal punto di vista economico, democratico, strategico.
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Il vicinato meridionale per stabilire “Una nuova agenda per il Mediterraneo” è un elemento chiave della politica estera europea.
Per questo sono intervenuta con Carl Hallergard, vicedirettore esecutivo del SEAE per il Medio Oriente e l’Africa settentrionale.
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#CronacheEuropee 1/3
I resoconti giornalistici via social di Conte non raccontano la verità.
I dialoghi in corso a Bruxelles parlano di un premier che è andato senza una strategia, piuttosto che un governo cosciente della posizione geostrategica e geopolitica dell’Italia nel panorama europeo ovvero la nostra storia.
Questa è la storia di un Paese che deve certamente cambiare sotto tanti punti di vista ma che ha sempre avuto la forza di rialzarsi grazie al proprio ingegno ed essere un esempio per gli altri Stati membri.
È importante abbandonare la logica del fallimento per abbracciare l’idea di un’Italia guida del Mediterraneo, solo così faremo valere i nostri interessi nel Consiglio.
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Il presidente Draghi ha indicato i Balcani e il Mediterraneo allargato quali aree di naturale interesse prioritario dell’Italia, con una particolare attenzione alla Libia, al Mediterraneo orientale e all’Africa.
È importante che il nostro ruolo e la nostra vocazione mediterranea siano al centro dell’agenda del governo.
Draghi e Salvini faranno tornare Roma capitale d’Europa e del Mediterraneo, punto di riferimento imprescindibile per rilanciare l’atlantismo.
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Ieri al Parlamento europeo abbiamo audito l’ambasciatore Olivér Várhelyi, Commissario designato dell’Ungheria per l’allargamento e le politiche di vicinato. Le audizioni dei commissari europei sono un importante esercizio di democrazia e trasparenza interna all’Unione europea, ma è indispensabile resistere alla tentazione di politicizzare questo strumento. Io ho preso parte a questo importante momento e ho chiesto al Commissario designato come intende affrontare le sfide che stiamo fronteggiando nel sud Europa e in particolare nel Mediterraneo.
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L’Italia si appresta ad avere un nuovo e autorevole Governo.
Con Draghi e Salvini Roma torna capitale d’Europa e del Mediterraneo.
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Ieri in Turchia è stata condannata ingiustamente l’avvocatessa e co-presidente dell’Associazione per i diritti umani, Eren Keskin, a sei anni di carcere.
È un’altra dei tanti prigionieri di coscienza vittime dell’autoritarismo turco di Erdogan.
Questo avviene anche perché la postura Europea nel Mediterraneo è spesso contradittoria e troppo orientata dagli interessi dei singoli Stati membri.
Eppure il rispetto dei diritti e dei valori è l’unica garanzia di stabilità e di prosperità umana ed economica.
Erdogan ad oggi rappresenta un modello e un vincolo culturale e politico inaccettabili per tutti quei paesi del Mediterraneo che credono nel dialogo e nel rispetto reciproco.
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Nel discorso del ministro Di Maio al Rome MED- Mediterranean Dialogue mancano parole chiave importanti che l’agenda politica dell’Italia deve avere.
Penso a Balcani Occidentali, Ue e Nuova via della Seta.
Infatti, il ministro ha dimenticato del nostro prezioso contributo e del nostro ruolo privilegiato nei Balcani e come cambierà l’Europa con il processo di adesione.
Compresi le criticità e gli interrogativi ancora irrisolti.
Proprio un riferimento all’azione (o inazione) dell’Ue nel Mediterraneo è stato completamente tralasciato.
Senza è difficile immaginare come l’Italia possa agire in sintesi con la propria Storia e le prospettive della geopolitica attuale.
Concludo con la Nuova via della Seta: una minaccia e una sfida all’integrità democratica, politica e commerciale del Mediterraneo.
Con un governo così saremo solo una comparsa, lasciando libero il campo ai grandi paesi del nord Europa, o peggio ai regimi.
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Oggi è la giornata internazionale del Mar Mediterraneo. Roma, Atene e Gerusalemme hanno posto la prima pietra della Democrazia nel Mondo, proprio sulle sponde di quel Mediterraneo, come abbiamo discusso martedì con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis in occasione della Plenaria di Strasburgo, su cui sono poste le fondamenta del nostro lavoro futuro.
Eppure sono diverse le minacce alla sicurezza: la Cina e la Russia e l’instabilità geopolitica del fronte sud, ma anche un ecosistema in crisi. Tutte sfide interconnesse tra di loro.
Il Mediterraneo, grazie alla sua grande resilienza e capacità di rigenerarsi, continua a lottare. Prendiamo esempio da questo straordinario modello di tenacia e prendiamocene cura. Affinché Nostrum non sia sinonimo di sopruso e sfruttamento. Ma sinonimo di pace, democrazia, prosperità, cultura e sintonia con la natura.
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Un’interrogazione alla Commissione europea sugli incendi che hanno colpito Roma durante queste settimane. È questa la mia iniziativa a seguito delle immagini della nostra città, una delle principali capitali europee e del Mediterraneo, e dei suoi cittadini avvolti nel fumo nocivo. La preoccupazione per la salute dei romani e per la salvaguardia ambientale è profonda.
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Non possiamo accogliere tutti. L’#Italia fa bene ad accordarsi con gli altri paesi del #Mediterraneo per garantire la sicurezza dei suoi confini, ma gli #sbarchi vanno fermati alla partenza.
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“Presentazione dello studio Arisk per il Gruppo ID”
Nell’ambito della visione olistica della sicurezza Europea, analisi della cultura della valutazione del rischio per lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo
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I Balcani sono il perno di questa nuova pagina di Storia del processo di allargamento, non possiamo deludere i loro cittadini. In particolar modo l’Italia ha il dovere di stare a fianco dell’Albania, con cui condivide un’antica amicizia.
Ritengo quindi positiva la proposta del presidente Draghi, per la quale se ci fossero ulteriori ostacoli sul futuro ingresso della Macedonia del Nord, allora il percorso dell’Albania deve andare avanti da solo.
Su questo si valuterà l’impegno e il sostegno dell’UE alla regione, che è due volte più urgente, per via della guerra in corso, le infiltrazioni cinesi nel Mediterraneo e le questioni fondamentali di sicurezza.
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Le parole del ministro francese Darmanin contro l’Italia sono quattro volte fuori luogo.
Primo, perché come chiarito dalla Commissione, «spetta ai Paesi scegliere il porto di sbarco dei migranti».
Secondo, perché l’immigrazione è una sfida epocale e comune, pertanto non si risolve con le polemiche strumentali utili solo a coprire il dissenso interno verso Macron.
Terzo, perché il nostro è un Governo eletto da un’ampia maggioranza di Italiani e non spetta alla Francia giudicarne l’operato.
Quarto, perché viola lo spirito del trattato del Quirinale, che anche sull’immigrazione misura la sua efficacia.
Il ministro francese Darmanin oggi crea i presupposti per indebolire l’Europa intera, per tradire la volontà dei cittadini europei a partire da quelli francesi e italiani, per destabilizzare il Mediterraneo.
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È stato approvato il miglior piano migranti possibile per l’Italia. Il Consiglio europeo, grazie alla paziente mediazione del ministro Piandetosi, ha un accordo che lascia meno solo il nostro Paese su un tema di sicurezza, una minaccia ibrida, che riguarda tutti gli europei.
Ora toccherà al Parlamento europeo dare forma al complesso pacchetto di norme sulla migrazione, con l’auspicio che non si ritorni ad una solidarietà a due velocità e si violi la volontà degli Stati membri espressa in Lussemburgo.
Per il Mediterraneo è stato un anno drammatico, le tratte di esseri umani sono molto dinamiche e sfruttano ogni crisi come un’opportunità per aumentare i loro profitti illegali.
Sarà pertanto necessario affrontare temi come quello del traffico digitale legato all’immigrazione, ovvero il ruolo svolto dai social media nella diffusione di informazioni illecite e nell’uso delle tecnologie digitali ai fini del traffico di migranti.
Già nel testo nel testo sulle interferenze straniere nell’Unione europea, il concetto è stato inserito tramite un emendamento presentato dalla Lega Matteo Salvini in un’aula di tribunale per aver difeso i confini dell’Europa. Oggi l’Europa finalmente comincia a capire e riconoscere il ruolo determinante dell’Italia nel garantire la giusta solidarietà ma anche una corretta gestione del fenomeno strutturale dell’immigrazione
Interrogazioni parlamentari
Un ambiente informativo europeo affidabile sulla Jihad islamica palestinese e sugli affiliati di Hamas nella guerra del terrore da essi condotta contro lo Stato ebraico di Israele
16.11.2023
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-003403/2023 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Nella mia interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003257/2023 ho sottolineato che un numero elevato e indefinibile di cittadini arabo-palestinesi a Gaza ha utilizzato tunnel a scopo militare e terroristico.
Nella guerra asimmetrica immorale, jihadista e di lunga data condotta contro lo Stato ebraico di Israele e i suoi cittadini, questa vasta infrastruttura militare e terroristica sotterranea è stata costruita sotto moschee, scuole, ospedali e zone residenziali densamente popolate nell’intento di utilizzare gli edifici e gli esseri umani come scudi contro operazioni di difesa preventiva intraprese da parte delle forze di difesa israeliane.
Il 14 novembre la comunità dell’intelligence degli Stati Uniti ha declassificato informazioni sulle modalità operative del gruppo islamico palestinese Hamas, informazioni che confermano l’utilizzo di un complesso sotterraneo situato sotto gli ospedali di Gaza come scudo, centro operativo, deposito di armi e base logistica bellica.
Azione dell’Occidente unito nella sconfitta di Hamas e ritardo delle sanzioni imposte dall’Unione europea
16.11.2023
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003401/2023 al Consiglio
Articolo 138 del regolamento
Gli Stati dell’Occidente sono uniti nel condannare, anche tramite azioni, il brutale e ingiustificato attacco di Hamas contro Israele del 7 settembre. Il 14 novembre 2023 Stati Uniti e Gran Bretagna hanno imposto sanzioni contro individui ed entità affiliati ad Hamas, cercando di colpire tutti meccanismi attraverso cui viene fornito sostegno ad Hamas e alla Jihad islamica palestinese, a cominciare dall’Iran che, attraverso il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, ha trasferito centinaia di milioni di euro.
È il terzo pacchetto di sanzioni annunciato dagli Stati Uniti dall’attacco. Inoltre, questi provvedimenti si aggiungono alle sanzioni già esistenti nel Regno Unito contro Hamas, anche nei confronti dell’organizzazione stessa.
Italia, Francia e Germania sono in prima linea nel raggiungere l’obiettivo di isolare e sconfiggere Hamas.
Ciò premesso, può il Consiglio far sapere:
L’impegno dell’Unione europea nella promozione della pace, della stabilità regionale e della sicurezza nella regione del Medio Oriente allargato
13.11.2023
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003342/2023/rev.1 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Il diritto internazionale presuppone che vi sia solidarietà tra tutti gli Stati nella lotta al terrorismo. L’attacco perpetrato dagli arabi palestinesi di Hamas contro i civili israeliani li rende responsabili di molteplici crimini che si distinguono per l’atrocità, la ferocia e l’odio inauditi nei confronti degli ebrei e dello Stato ebraico di Israele.
La spirale dell’odio deve essere spezzata; gli accordi di Abramo tracciano la strada verso la comprensione reciproca, la coesistenza, il rispetto della dignità umana e la libertà, compresa la libertà religiosa. Sono diventati il motore principale per un cambiamento positivo in Medio Oriente. È nell’interesse dell’Unione europea che siano adottati da quanti più paesi arabi e islamici possibili, poiché soltanto tali accordi possono fare la differenza tra uno scenario di pace e stabilità, da un lato, e tra uno di odio e vendetta, dall’altro.
In linea con il risveglio di un’Europa geopolitica, intende l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica / il vicepresidente della Commissione convocare una conferenza di pace internazionale per dimostrare l’impegno dell’UE nella promozione della pace, della stabilità regionale e della sicurezza nella regione del Medio Oriente allargato?
Indipendenza dei funzionari delle organizzazioni internazionali nell’ambito del brutale attacco di Hamas contro Israele e diffusione di disinformazione antisemita
10.11.2023
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003338/2023 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Il brutale e ingiustificato attacco di Hamas contro Israele ha causato il riemergere di attacchi antisemiti, propaganda antisemita e disinformazione in Europa e nel mondo. Le istituzioni internazionali dovrebbero agire per arginare questo fenomeno aberrante.
In Italia hanno fatto molto discutere le dichiarazioni pubbliche di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, come ad esempio “Israele occupa come una dittatura militare”. Diverse inchieste giornalistiche e UN Watch hanno messo in luce che Francesca Albanese “non è in grado di fungere da esperto neutrale e indipendente delle Nazioni Unite per qualsiasi cosa coinvolga i palestinesi, come richiedono le regole delle Nazioni Unite e come lei stessa ha riconosciuto prima di essere scelta per l’incarico”. Francesca Albanese non ha rivelato all’ONU di essere sposata con Massimiliano Calì, il quale è stato consigliere economico del ministero dell’Economia nazionale dello Stato di Palestina a Ramallah.
Ciò premesso, può la Commissione far sapere:
Uso militare-terroristico del sottosuolo di Gaza da parte dei terroristi arabo-palestinesi di Hamas
5.11.2023
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003257/2023 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Un numero elevato e indefinibile di cittadini arabo-palestinesi residenti a Gaza si sono appropriati criminalmente negli anni di vari tipi di aiuti, tra cui anche umanitari, per costruire tipologie diverse di tunnel e altre infrastrutture terroristico-militari nel sottosuolo di Gaza.
Tale vasta infrastruttura terroristico-militare è stata realizzata dai terroristi arabo-palestinesi di Hamas sotto moschee, scuole, ospedali ed edifici civili ad alto tasso residenziale a Gaza, con la volontà di usare luoghi e persone come scudi contro operazioni di difesa preventiva da parte delle forze di difesa israeliane.
Tale vasta infrastruttura sotterranea non a uso civile, ha richiesto l’impiego di molta forza lavoro palestinese, soprattutto giovane, la copertura dei loro salari e di altri servizi sociali nonché l’impiego di quantità rilevanti di materiale, strumenti e mezzi di costruzione e di scavo, in particolare di molta energia elettrica, carburante e materiale elettrico.
Può la Commissione far sapere se è in grado di fornire un valore in euro di quanto della propria assistenza finanziaria alla Palestina, in ogni sua forma, diretta e indiretta, sia stata sottratta negli anni dai terroristi arabo-palestinesi di Hamas che l’hanno invece deviata, riutilizzata e incanalata nella realizzazione dell’infrastruttura sotterranea terroristico-militare da usare per far guerra allo Stato ebraico di Israele?
Indagine della Corte penale internazionale su crimini contro l’umanità e apartheid di genere da parte dei talebani in Afghanistan
19.9.2023
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-002701/2023 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Il regime dei talebani ha attuato una politica di apartheid di genere. Le Nazioni Unite affermano che attraverso più di 50 editti, ordini e restrizioni sono stati lesi la dignità e ogni aspetto della vita di donne e ragazze.
Secondo l’Alto Commissario dell’ONU, Volker Türk: “Negare alle donne e alle ragazze il diritto di partecipare alla vita quotidiana e pubblica non solo nega loro i diritti umani, ma nega all’Afghanistan il beneficio dei contributi che hanno da offrire”.
Secondo Elizabeth Evenson, direttrice della giustizia internazionale presso Human Rights Watch, la negazione crudele e metodica da parte dei talebani dei diritti fondamentali delle donne e delle ragazze per rimuoverle dalla vita pubblica ha ricevuto l’attenzione globale.
L’Afghanistan ha aderito allo Statuto di Roma nel 2003 e la Corte penale internazionale può esercitare la propria giurisdizione.
Pertanto, l’interrogante chiede all’alto rappresentate/vicepresidente, Josep Borrell:
Presunta esecuzione sommaria di prigionieri di guerra armeni da parte delle forze armate azere
10.10.2022
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003329/2022/rev.1 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Nei giorni scorsi alcuni media hanno rilasciato un video che mostrerebbe un gruppo di soldati armeni catturato, circondato dalle truppe azere e giustiziato.
Se l’autenticità del video diffuso in rete venisse confermata, si tratterebbe chiaramente di un crimine di guerra che necessiterebbe di tutte le indagini del caso.
Alla luce del recente conflitto iniziato nel 2020 tra Azerbaigian e Armenia nella regione del Nagorno-Karabakh, del rischio di una nuova escalation e di una guerra aperta dopo la nuova aggressione da parte delle forze armate azere, dell’importanza del rispetto dei diritti umani dei prigionieri di guerra e dell’adesione alle convenzioni di Ginevra, delle già numerose infrazioni azere nei confronti di prigionieri armeni, come già menzionato anche in una risoluzione del Parlamento europeo del maggio 2021, e del precedente episodio di una militare armena torturata, mutilata e uccisa dalle forze azere, può il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza rispondere ai seguenti quesiti:
Perquisizioni persecutorie da parte dei talebani in Afghanistan
31.3.2022
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001325/2022 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
A partire dal 27 febbraio 2022, come annunciato dallo stesso portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid, a Kabul sono cominciate diverse perquisizioni casa per casa e così sarebbe avvenuto nelle province settentrionali.
Tali persecuzioni avverrebbero attraverso un sistema delatorio, ovvero solo in caso di specifica segnalazione di possibile attività criminale.
Poiché il linguaggio dei talebani è il linguaggio dei regimi, ovvero quello della violenza e della menzogna, questa operazione di perquisizione è stata finalizzata alla persecuzione e all’oppressione della popolazione civile, così come denunciato da molti osservatori internazionali, come ad esempio Ahmad Shuja.
Ciò premesso, può il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza rispondere ai seguenti quesiti:
Responsabilità morali del Pakistan nell’Afghanistan dei Talebani
24.8.2021
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-003943/2021 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
L’Afghanistan è uno stato islamico e le innumerevoli sofferenze e ingiustizie patite dal popolo musulmano afghano devono terminare perchè contrarie alla fede islamica, una fede che accorda il primo valore alla sicurezza.
La Cina, pur affermando di essere tra i principali paesi del mondo ad assumersi importanti responsabilità per la pace, la stabilità e lo sviluppo del mondo intero, in realtà si basa su un sistema filosofico-politico a bassa influenza religiosa, autocratico, opaco e digitalmente coercitivo e intrusivo.
L’UE, invece, caratterizza le proprie politiche interne ed esterne sul rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani.
Gli interroganti chiedono al VP/HR se, pur in presenza di culture politico-filosofiche differenti, riterrebbe opportuno:
Situazione in Afghanistan e minacce per l’Europa
20.8.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003929/2021 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
La rapida avanzata dei talebani e la caduta di importanti città, compresa Kabul, apre un futuro incerto per la sicurezza europea e la tutela dei diritti, soprattutto delle donne, in Afghanistan.
Dalle posizioni espresse dai talebani – e dalle notizie che giungono dalle zone da loro occupate – se ne desume una notevole contrazione dei diritti delle popolazioni locali, oltre a rappresaglie e violenze contro chi ha “collaborato” con le forze occidentali.
Una sorte ancora più drammatica in questa crisi tocca alla popolazione femminile, particolarmente repressa anche nei diritti più basilari (istruzione, movimento, lavoro e diritti individuali) che almeno le forze occidentali cercavano di mantenere nelle loro zone di controllo.
Vista l’evoluzione della situazione, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Evoluzione della situazione in Libia dopo l’accordo di cessate-il-fuoco del 23 ottobre 2020
2.11.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-005953/2020/rev.1 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
A seguito dell’accordo di cessate-il-fuoco raggiunto il 23 ottobre a Ginevra dal Governo di accordo nazionale (GNA) e dall’Esercito nazionale libico (LNA), la Commissione militare congiunta si riunirà per la prima volta sul suolo libico il 2-4 novembre anche alla presenza del rappresentante speciale, Stephanie Williams, per discutere dell’implementazione del cessate il fuoco (meccanismo di monitoraggio e verifica). Tutti i mercenari hanno 3 mesi per lasciare il territorio libico.
Allo stesso tempo, la riunione del dialogo intra-libico (processo parallelo e complementare alla Commissione militare congiunta) è previsto per il 9 novembre a Tunisi: le tribù libiche hanno però già messo in guardia contro la trasformazione dei colloqui in una piattaforma per promuovere l’agenda politica egemonica dei Fratelli Musulmani.
L’interrogante chiede riguardo:
Aggressione militare dell’Azerbaigian nei confronti dell’Armenia e finanziamenti dell’Unione Europea
30.9.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-005332/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
L’Azerbaigian ha attaccato militarmente l’Armenia nel 2012, 2014, 2016 e due volte nel 2020.
Nonostante questi atti di guerra, l’UE ha ampliato la portata delle relazioni e nel 2018 ha stabilito nuove priorità per il partenariato.
Nel 2019, il Consiglio europeo ha “preso atto dell’intensificarsi delle relazioni UE-Azerbaigian” rilevando come l’UE fosse divenuta il principale investitore e il più grande donatore di sovvenzioni estere, sia al governo che alla società civile azeri.
Un altro aspetto inquietante, strategicamente pericoloso per l’Europa, è che, a differenza dei richiami alla mediazione internazionale attraverso il gruppo di Minsk espressi dal Premier armeno, il Premier turco abbia anticipato pieno appoggio e con ogni mezzo all’Azerbaigian, dichiarando che l’Armenia rappresenta la più grande minaccia alla pace regionale.
Può la Commissione fare sapere:
Chiarimenti sulle misure adottate dall’UE per impedire finanziamenti a ONG palestinesi collegate a gruppi terroristici
6.7.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003989/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Nei mesi scorsi le autorità israeliane hanno segnalato all’UE il rischio concreto che alcune ONG palestinesi, potenzialmente collegate a gruppi terroristici di stampo islamico, avrebbero potuto beneficiare di alcuni fondi europei.
A tal proposito il Commissario Olivér Vàrhelyi, durante la riunione della commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo (AFET) dello scorso 19 maggio, ha dichiarato di aver incaricato personalmente i capi delle delegazioni dell’UE in Israele e in Cisgiordania/Gaza di esaminare a fondo le accuse di utilizzo illecito di fondi europei.
Considerando che:
Può la Commissione chiarire come intende monitorare e agire al fine di evitare che fondi europei, tramite ONG palestinesi prestanome, vengano dirottati illecitamente a gruppi terroristici?
L’Unione europea chiarisca i legami tra il Qatar e alcuni gruppi terroristici
20.2.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001018/2020 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Il Qatar è considerato da molti un paese controverso: è noto, infatti, come questo abbia finanziato, anche in Italia, centri islamici e organizzazioni religiose legate alla Fratellanza musulmana.
Questo atteggiamento sta creando una giusta e crescente preoccupazione, non solo in Europa, ma anche nei paesi del Golfo, dove, nel giugno del 2017, un gruppo di Stati e altri paesi arabi hanno preso la decisione di tagliare i legami diplomatici con lo Stato del Qatar.
Oltre a gruppi terroristici, è nota, da tempo, la vicinanza del Qatar con l’Iran, oltre che con la Turchia e i paesi che sostengono la Fratellanza musulmana.
Alla luce di quanto precede, può l’Alto rappresentante rispondere ai seguenti quesiti:
L’Iran disattende l’accordo sull’uranio. La Commissione prenda posizione
26.11.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-004039/2019 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Notizie a mezzo stampa di questi giorni riferiscono di come l’Iran abbia sfidato ancora una volta la comunità internazionale, avviando la “quarta fase” del disimpegno al patto sul programma nucleare.
Nell’accordo definito nel 2015 con Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione europea, l’Iran si era impegnata a limitare drasticamente le sue attività nucleari fissando il limite di arricchimento dell’uranio al 3,67%, in cambio della revoca delle sanzioni internazionali.
Con questa nuova fase, l’Iran ha invece inaugurato nuove centrifughe e una produzione di uranio arricchito pari a 5 kg al giorno, una produzione quotidiana dieci volte superiore rispetto al passato.
Notizie della stampa più recente riportano altresì come l’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, avrebbe rivelato di aver trovato tracce di uranio non artificiale in un sito in Iran non dichiarato alla stessa Agenzia.
Alla luce di quanto precede, la Commissione:
Crisi in Libano e corruzione
22.11.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003988/2019 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Le manifestazioni che da settimane paralizzano il Libano e hanno portato alle dimissioni del Primo ministro Saʿd Ḥarīrī rappresentano un evento straordinario.
La popolazione libanese denuncia la corruzione quale principale causa dell’attuale crisi politica, economica e sociale. Tale malcostume pervade da anni il sistema giudiziario e la pubblica amministrazione e rappresenta un ostacolo al benessere del popolo, con effetti disastrosi sulle condizioni ambientali e sanitarie nel Paese, che affronta, tra le altre, anche una grave crisi nella gestione dei rifiuti.
In questo settore l’UE non è stata in grado di monitorare l’utilizzo dei fondi stanziati e i progetti finanziati non hanno prodotto alcun beneficio pubblico, come denunciato da diverse indagini giornalistiche.
Considerato che l’accordo di partenariato con il Libano è finalizzato a favorire stabilità, democrazia, sviluppo, trasparenza e resistenza alla corruzione, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
VP/HR — L’Unione europea verifichi e controlli le procedure per l’assegnazione dei finanziamenti a favore di chi agisce contro Israele
2.10.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003066-19 alla Commissione (Vicepresidente/Alto Rappresentante)
Articolo 138 del regolamento
Il ministero per gli Affari strategici e la diplomazia pubblica dello Stato di Israele ha pubblicato, nel gennaio 2019, una relazione ove si evidenziano finanziamenti diretti e indiretti dell’UE a favore di varie associazioni che svolgono anche azioni di delegittimazione e boicottaggio nei confronti dello Stato di Israele.
I dati si riferiscono a finanziamenti che riguardano enti di diversi paesi, dall’Italia alla Norvegia fino all’Irlanda, e in alcuni casi arrivano persino a sovvenzioni superiori al milione di euro.
Nel 2005, 171 organizzazioni non governative fondarono un movimento denominato BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) e tra le diverse finalità del movimento figurano anche le campagne di boicottaggio contro prodotti, artisti e beni culturali israeliani.
Nei mesi scorsi, il parlamento tedesco ha approvato a larga maggioranza una mozione nella quale il discusso «Movimento di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele» viene classificato come antisemita e verrà dunque privato dagli incentivi e finanziamenti pubblici. La Germania è il primo paese europeo a condannare il movimento BDS e a classificarlo come «razzista e antisemita».
Può la Commissione indicare come intende agire per chiarire le procedure di controllo riguardo all’assegnazione dei finanziamenti a favore delle ONG che direttamente o indirettamente agiscono contro lo Stato di Israele?
La Commissione condanni gli attacchi terroristici in Arabia Saudita e assuma iniziative contro chi sostiene queste azioni
19.9.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002883-19 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Nei giorni scorsi, in Arabia Saudita, si sono verificati due attacchi terroristici, rivendicati poi dai ribelli yemeniti Houthi, a due stabilimenti della compagnia nazionale Saudi Aramco.
Gli attacchi, eseguiti con droni, hanno causato estrema preoccupazione sul mercato mondiale del petrolio, essendo l’Arabia Saudita uno dei principali paesi estrattori di petrolio, aumentando così le tensioni nel Golfo tra Teheran da un lato e Arabia Saudita e USA dall’altro.
Secondo organi di stampa internazionali, ci sono «probabilità molto alte» che l’attacco sia stato lanciato con missili cruise da una base iraniana in Iran, vicino al confine con l’Iraq.
Le stesse fonti escludono che le traiettorie dei missili siano compatibili con un lancio da sud, in particolare da postazioni così lontane come lo Yemen.
Alla luce di quanto precede, la Commissione ritiene di:
Proposte di Risoluzione Individuali
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla concessione della cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione europea agli ostaggi israeliani di Hamas
6.11.2023
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su un piano comprensivo congiunto d’azione per l’Afghanistan
20.8.2021
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul sostegno al piano di pace per Israele e la Palestina
7.2.2020
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
Il Parlamento europeo,
Proposte di Risoluzione
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull’attacco senza precedenti dell’Iran contro Israele, la necessità di una de-escalation e la risposta dell’UE
22.4.2024 – (2024/2704(RSP))
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sugli spregevoli attacchi terroristici di Hamas contro Israele, il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale e la situazione umanitaria a Gaza
16.10.2023 – (2023/2899(RSP))
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla pena di morte in Iran
16.2.2022 – (2022/2541(RSP))
Il Parlamento europeo,
MOTION FOR A RESOLUTION on the death penalty in Iran
15.2.2022 – (2022/2541(RSP))
The European Parliament,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Libano
14.9.2021 – (2021/2878(RSP))
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Afghanistan
13.9.2021 – (2021/2877(RSP))
Il Parlamento europeo,
Contributi alle discussioni in Aula
Martedì 27 febbraio 2024 – Strasburgo
Signor Presidente, signor Commissario Lenarčič, onorevoli colleghi, il coinvolgimento di dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi nell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre è un’orribile verità. Una verità che emerge sempre di più tra le macerie del conflitto, come ad esempio la base operativa installata sotto la sede dell’UNRWA a Gaza. Altro che i valori europei!
Mentre l’impegno dello Stato ebraico di Israele per lo Stato di diritto e la vita umana è indiscutibile: prova ne è che nella guerriglia urbana le forze di difesa israeliane hanno le forme più avanzate al mondo di protezione dei civili, nel pieno rispetto di tutte le convenzioni internazionali, dal diritto umanitario alla convenzione di Ginevra.
Signor Commissario, lei si preoccupa del Ramadan? Si è chiesto invece perché a Gaza non esista quella separazione strutturale tra civile e militare che le nazioni civili tutte applicano? Le do io forse la risposta: per creare morti e martiri di una causa. E se ai due Stati non si giungerà mai, non è senz’altro per l’incapacità di Israele ma per l’incapacità di Hamas e delle altre fazioni terroristiche arabo-palestinesi di usare altri strumenti al di là del terrorismo. Ma chi oggi li aiuta cade nella trappola dell’antisemitismo.
Martedì 27 febbraio 2024 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, una nuova agenda di partenariato tra Unione europea e Armenia, che stabilisce priorità comuni più ambiziose per una cooperazione che abbracci tutte le dimensioni è il riconoscimento dello sforzo compiuto da Erevan nell’intraprendere la strada di una democrazia compiuta, dell’affermazione dello Stato di diritto e l’allontanamento dall’influenza della Russia di Putin.
Tuttavia, questo lenisce solo in parte le sofferenze armene di questi anni. Inoltre, le minacce militari dell’Azerbaigian, al confine con l’Armenia, e il tremendo squilibrio di potere tra i due Paesi mantengono alto il rischio di una possibile invasione.
In nome dell’indipendenza e dell’integrità territoriale, dobbiamo fornire ogni aiuto attraverso lo Strumento europeo per la pace: equipaggiamento militare e sostegno al processo di sicurezza di quel paese. Solo così garantiremo la pace e non commetteremmo lo stesso errore fatto nel Nagorno-Karabakh.
Dobbiamo avviare il processo di allargamento con serietà, trasparenza e celerità. Difendiamo un baluardo di democrazia tra la moltitudine delle autocrazie. Difendiamo le nostre radici, dove qualcuno le vorrebbe recidere. Difendiamo l’Armenia e affermeremo l’Europa.
Mercoledì 18 ottobre 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, Alto rappresentante Borrell, onorevoli colleghi, non ricordiamo abbastanza che sono molte le vittime e gli ostaggi, tra i cittadini europei, causati dallo spregevole attacco di Hamas a Israele, tra cui italiani, francesi, tedeschi e spagnoli. E spero si faccia di tutto per liberare quegli ostaggi, e tutti gli ostaggi, da parte dell’Unione europea, Alto rappresentante.
Perché gli europei e il popolo ebraico condividono il peso della storia e in questi giorni, insieme, si fanno carico del dolore inflitto dal terrorismo islamico, ma, oltre alle sofferenze, condividiamo il contributo millenario all’umanità e alla civiltà, e combattiamo l’Islam politico che ci riporterebbe nel Medioevo, dove il popolo palestinese è la prima vittima sottratta all’Autorità nazionale palestinese.
La sinistra può ignorare, quindi, che quei rastrellamenti di Hamas in terra di Israele sono, dopo l’Olocausto, l’atto peggiore vissuto dagli ebrei sotto il nazismo? Può guardare negli occhi quei bambini rastrellati e rapiti dai nazislamici e non vergognarsi della sua incoerenza politica?
Mercoledì 4 ottobre 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, in Afghanistan, da quando abbiamo consentito ai talebani di rioccupare il paese, le donne e le ragazze vivono segregate dal regime. Significa vivere in condizioni che molti di noi in questa sala considererebbero disumane, ebbe a dire Kofi Annan, è la più grave gender apartheid della storia.
5 000 di queste donne sono state funzionarie di sicurezza e militari, lottavano per un futuro migliore e in alcuni casi si sono formate negli Stati europei. L’UNAMA ha documentato 800 episodi di esecuzioni extragiudiziali, arresti arbitrari, torture e sparizioni forzate.
A tutto questo però possiamo rispondere con la giustizia della Corte penale internazionale, poiché è valida l’adesione allo Statuto di Roma depositata dall’Afghanistan nel 2003. L’Unione europea, quindi, sostenga con forza un’indagine internazionale e restituisca la vita a donne e ragazze afghane. E viva la loro resistenza!
Martedì 13 giugno 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Libano sta vivendo una delle peggiori crisi economiche al mondo, con un elevato tasso di inflazione e una continua svalutazione della moneta. Ciò ha peggiorato le condizioni di vita dei cittadini libanesi e del milione mezzo di rifugiati siriani che il Libano ospita.
In sintesi, il consenso politico necessario affinché il paese possa funzionare non si materializza. Il settarismo politico lo impedisce. Il gruppo terrorista politico e militare Hezbollah, che opera nello Stato e che è supportato dall’Iran, lo impedisce. Le élite intercettano le entrate statali e usano i sussidi per cementare le alleanze.
Contribuiamo noi europei, ma non ci sostituiamo. Se la politica del Libano dimostrerà di aiutare i libanesi, l’Unione europea e gli Stati membri continueranno ad aiutare per garantire la sicurezza nel Mediterraneo.
Martedì 14 marzo 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, Alto rappresentante Borrell, onorevoli colleghi, i cittadini di Israele oggi sono orgogliosi del loro Paese, che quest’anno celebra 75 anni di indipendenza, e credono nella giustizia della sua causa, ma allo stesso tempo sono esausti dalle lotte intestine e dalle sue conseguenze sulla vita politica e sociale.
Queste sono parole del Presidente Herzog e lo ringraziamo per questo monito valido per tutte le democrazie liberali e anche per aver celebrato con noi la Giornata della Memoria. Israele conosce i pericoli derivanti dal virus della polarizzazione politica, un virus che può erodere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e arrivare a paralizzare la nazione.
Ma è importante ribadire che Israele è un faro di democrazia. È uno Stato speciale per come è costruito e per come opera. È uno Stato innovativo per natura e desideroso di contribuire allo sviluppo del genere umano, nonostante si trovi collocati nell’area più difficile del mondo. Intorno a sé ha nemici, intolleranza, disprezzo, terrorismo e Stati caratterizzati da una minore volontà di sviluppo e di democrazia. Ma Israele si sa difendere da tutto ciò.
I will now switch to English and, given the importance of our debate today, I would like to conclude with a quotation from Chaim Weizmann, the first President of Israel: ‘The future of the State of Israel rests on three foundations: fraternal love, an effort to build and peace to all, near and far.’
Martedì 14 marzo 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, una Georgia membro della NATO renderà gli alleati dell’Unione europea più forti e sicuri. Questo perché le due istituzioni internazionali sono complementari attraverso un partenariato strategico indissolubile.
La partecipazione all’Alleanza si baserà sempre sull’impegno della Georgia verso i valori fondanti della NATO e quelli dell’Unione europea: Stato di diritto, democrazia, diritti umani, pluralismo, società civile, apertura, trasparenza e il rispetto del diritto internazionale.
Da quando ha riconquistato l’indipendenza, il popolo georgiano ha scelto chiaramente e coerentemente di far parte della comunità democratica euro-atlantica.
Partendo proprio dalla violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Georgia come dell’Ucraina, come possiamo noi realizzare un sistema più forte di sicurezza collettiva per noi e i nostri vicini, caro Commissario?
Oggi noi vediamo nei cittadini della Georgia fratelli europei e dobbiamo aiutarli in tutti i modi.
Martedì 13 dicembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Qatargate, che riguarda ONG, sindacati, individui, assistenti e deputati al Parlamento europeo, è il più grave attacco politico alla democrazia europea di paesi terzi autocratici da quando esistono le istituzioni dell’Unione europea.
Noi chiediamo innanzitutto una forte critica nei confronti del Qatar e dei nemici della democrazia che ci minacciano direttamente dall’esterno, come già abbiamo avuto modo di scrivere in un’interrogazione parlamentare presentata, già due anni fa, dalla nostra collega Ceccardi.
Noi però intendiamo stare uniti, quale processo fondamentale per la produzione degli anticorpi che difendono la nostra società, la cui libertà e la cui democrazia è così vitale per mantenere fermo il pieno rispetto della presunzione di innocenza. Nello Stato di diritto, al quale crediamo tutti.
Oggi noi potremmo speculare contro alcuni di noi e, invece, ci rammarichiamo anche per essere stati esclusi dal processo democratico di questo Parlamento e svolgere il prezioso ruolo di opposizione costruttiva che serve a qualunque maggioranza democratica.
Nell’autoreferenzialità che spesso distingue alcuni di voi ci avete chiamato col cordone sanitario, ma è stato un tragico errore. Nonostante ciò, di fronte a questo disastro, vi ribadisco, noi restiamo uniti per difendere le istituzioni europee e i cittadini europei.
Martedì 13 dicembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, serve a tutti noi uno spirito e una mentalità di normalizzazione fatta di tanti piccoli passi tesi alla costruzione, alla costruzione della pace.
Servono quelle predisposizioni umane semplici che già si trovano espresse negli accordi di Abramo: rafforzare la pace, non distruggerla come fanno l’Iran o il Qatar armando il terrorismo; promuovere la coesistenza, la dignità umana, la libertà, la cooperazione, la tolleranza e il rispetto; sostenere la scienza, l’arte, la medicina, il commercio e porre finalmente fine alla radicalizzazione. Ecco cosa serve.
Io ho completa fiducia nella capacità di Israele di costruire la pace tra i popoli e non vedo più la cosiddetta “questione israelo-palestinese” come una sfida di politica internazionale.
E se l’Unione volesse giocare un ruolo importante di mediazione tra palestinesi e israeliani, forse occorrerebbe partire suggerendo al presidente Abbas di non fare disinformazione.
Martedì 22 novembre 2022 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, grazie anche a Lei, Commissario Várhelyi, per essere qui con noi questa sera, abbiamo chiesto, con diversi colleghi, all’Alto rappresentante e all’ambasciatore Olof Skoog, di agire presso le Nazioni Unite per rimuovere l’Iran dalla commissione sulla condizione delle donne, una risposta obbligata dell’Unione europea alla crescente repressione delle proteste in Iran. Grazie per quello che potrà fare, Commissario.
Anche oggi questo Parlamento aiuta a far risuonare la voce della protesta del popolo iraniano, che si sente defraudato della possibilità di vivere una vita sicura e in pace con se stesso e con il mondo. Il popolo iraniano chiede una sola cosa al supremo leader, agli ayatollah, al Presidente Raisi e alle forze armate. Chiede una cosa semplice: quella di abbandonare un pretestuoso stato mentale di rivoluzione permanente, basato solo su repressione, corruzione, inimicizia verso i Fratelli musulmani del Golfo, l’odio verso Israele e un profondo disprezzo per le democrazie liberali dell’Occidente. L’Iran proposto dall’ayatollah è solo intriso di cinismo assassino ed è una blasfemia dell’islam stesso.
Continuiamo noi ad aiutare il popolo iraniano e a tenere accesa la luce della speranza per loro e per noi.
Martedì 18 maggio 2021 – Bruxelles
Signora Presidente, signor ministro Santos Silva, onorevoli colleghi, Israele ha il diritto e il dovere di difendere sé stesso e il sionismo è una ricchezza del mondo. Questi i due messaggi chiave – uno di tipo politico e l’altro di tipo culturale – che mi aspetterei l’Europa comunicasse in modo non equivoco e a una sola voce.
Israele è un partner affine, un difensore dell’ordine internazionale basato sulle regole, è il principale partner nell’aria più strategica e importante per l’Europa: il Mediterraneo e il Mediterraneo allargato.
Israele sa costruire la comprensione reciproca e la coesistenza; sa rispettare la dignità umana e le libertà, inclusa la libertà religiosa; Israele ha una società inclusiva e pluralista; è un campione della scienza e della tecnologia.
Al contrario, l’Iran e Hamas sponsorizzano il terrorismo, l’odio e il rancore; sono nemici della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e della dignità umana.
L’Unione europea dovrebbe essere meno ambigua e più orientata in modo strategico a costruire la pace insieme a Israele, dando così impulso alla rinascita economica dell’intera regione e abbandonando per sempre ogni forma di antisemitismo.
Martedì 9 marzo 2021 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, riguardo alla crisi siriana vorrei vedere un’Europa meno cinica e meno indifferente rispetto a Russia, Iran, Turchia.
La Siria rappresenta una minaccia alla sicurezza e alla pace sia del Medio Oriente che dell’Europa, per via del permanere di sacche terroristiche dell’Isis, del presidente Assad, che rimane un dittatore per formazione, dell’influenza dell’Iran che esporta la propria forma di terrorismo, dei dubbi sullo smantellamento del programma chimico siriano e della crisi migratoria e umanitaria che sta riducendo il popolo siriano alla fame.
Signor Alto rappresentante, in Siria è sempre stata in gioco la democrazia, la libertà religiosa, il pluralismo. La diplomazia europea, con tutti i suoi strumenti, non può giocare un ruolo di secondo piano nel forgiare una soluzione politica in Siria e lo deve fare ora.
Martedì 11 febbraio 2020 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, egregio Vicepresidente e anche Alto rappresentante, questa è una discussione particolarmente delicata. Come Unione europea abbiamo l’obbligo di chiarire la nostra posizione, soprattutto perché Belgio, Estonia e Germania, come membri non permanenti, stanno affiancando la Francia nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Essendo poi avvenuta la Brexit, siamo chiamati a esercitare un’azione di politica estera che sia allo stesso tempo nuova e prospettica, in una geopolitica da XXI secolo, che passa dalla tutela della sicurezza europea, dal grande tema dell’immigrazione, dall’energia, dal cambiamento climatico, dal 5G fino agli investimenti europei in quei paesi.
Il trattato di Lisbona le attribuisce la promozione della pace e della sicurezza nel mondo. E per questo, con riguardo al Medio Oriente, la invito a considerare principalmente tre elementi: la minaccia esistenziale allo Stato di Israele è viva più che mai, e questo è inaccettabile. Israele è primariamente uno Stato nazione ebraico. Noi europei, nella nostra radice più profonda, siamo ebrei. Non perda, signor Alto rappresentante, la sua più importante occasione di dimostrare da che parte sta l’Europa.
Martedì 14 gennaio 2020 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, egregio Alto rappresentante, un desiderio si agita nel cuore degli iraniani e degli iracheni, che prescinde dalle differenze di etnia e di religione e dai loro deprecabili governi autoritari:
prende il nome di sicurezza, di benessere, di pace, e a gridarlo sono le voci delle proteste come quelle iraniane che, già da novembre, spesso nell’indifferenza di tanti di noi e della comunità internazionale, hanno provocato centinaia e centinaia di morti.
È il più alto livello di scontro dal 1979, ed è questo lo Stato di diritto che noi intendiamo difendere? E quel miliardo e più di euro, direttamente provenienti dall’Europa, che hanno cercato di sostenere umanitariamente queste persone, dove sono finiti se non nelle mani di governi che sono marionette di Teheran?
Perché forse presto capiremo che l’eliminazione di Soleimani, il più grande leader del fondamentalismo islamico, servirà a liberare chi combatte per la libertà e noi dovremmo ringraziare, signor Alto rappresentante, chi ci ha liberato dal più grande terrorista del mondo, contro Israele e contro di noi, … (la Presidente toglie la parola all’oratrice)
Martedì 14 gennaio 2020 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Vicepresidente Borrell, come è scritto all’ingresso di questo Parlamento, 51 milioni di europei hanno votato perché vogliono vedere il Parlamento agire sulla nostra sicurezza e difesa: la difesa dei confini, la difesa dell’Europa, la sicurezza dei cittadini europei.
Riconosce l’Unione europea di aver avallato un cambio di regime in Libia nel 2011 per ridurla, nel 2020, a uno Stato fallito? Chi giudicherà l’Unione europea per aver contribuito a tanta sofferenza umana? A ciò si aggiunge la beffa di oggi, che vede il nostro ruolo naturale svolto da Turchia e Russia, mentre sullo sfondo si affacciano persino Arabia Saudita e Cina.
È il triste risultato di settant’anni di convergenza politica sul mercato interno e nessuna convergenza in politica estera, ed è così che la sicurezza mediterranea è l’eterno banco di prova per noi.
Perché l’Europa è il Mediterraneo, o non è l’Europa.
Eventi e Webinar
04/06/2022
https://www.annabonfrisco.eu/2022/06/leredita-dellafghanistan/
Stati Uniti e UE hanno commesso molti errori in Afghanistan. Con il ritorno al potere dei talebani e il ritiro delle truppe americane e della NATO, si è instaurato un nuovo rapporto con l’Unione Europea. Tuttavia appare che il percorso verso la democrazia e la costruzione di uno stato di diritto in Afghanistan siano per il momento non negoziabili
09/10/2023
L’Unione Europea sostiene il Libano, secondo le politiche di Vicinato, ma la situazione del Paese mediterraneo è critica, tanto da richiedere nuovi stanziamenti per aiuti umanitari
16/06/2023
https://www.annabonfrisco.eu/2023/06/il-sistema-bancario-iraniano-e-il-suo-sostegno-al-terrorismo/
Un dibattito promosso dall’europarlamentare del gruppo Identità e Democrazia, Anna Cinzia Bonfrisco, presso il parlamento europeo di Strasburgo che fa luce sulle attività di finanziamento al terrorismo di cui continua a macchiarsi l’Iran. Con il prezioso contributo dell’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, Christine Saddy, team leader della commissione sulla Finanza illecita del Counterterrorism group, e Ludovica Leccese.
20/05/2023
https://www.annabonfrisco.eu/2023/05/ecco-come-aiutare-il-popolo-iraniano/
Lo studio di Costantino Pistilli “L’Iran degli ayatollah: fomite globale di terrorismo di sedizione e di brutale sopraffazione” analizza il ruolo distruttivo e destabilizzante nel mondo del regime di Teheran e ipotizza soluzioni per il “regime change”.
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L’Iran vuole lo sterminio di Israele e dell’Occidente. Non è uno slogan allarmistico ma un verità sempre più evidente dopo l’attacco del Regime degli Ayatollah di queste ore.
Già il massacro del 7 ottobre avrebbe dovuto bastare ad aprirci gli occhi, mentre la sinistra sfilava per le strade in nome di Hamas e la Jihad islamica alleati dell’Iran.
Sosteniamo Israele, lo scudo della nostra civiltà in Medio Oriente. L’Europa scelga tra un Mondo sempre più islamizzato e intollerante, anche nella proposta di guerra a tutti i costi, e un Mondo che crede nella stabilità assieme al Popolo ebraico.
Nel giorno dell’anniversario della rivoluzione islamica il Regime ha fatto bruciare i simboli di Israele e chiesto che Israele venga espulso dall’ #ONU.
L’ #Iran fa finta di dimenticare che solo un anno fa è stato buttato fuori dalla Commissione delle #NazioniUnite sulla condizione delle #donne.
Il Regime islamico in Iran è il principale sponsor mondiale del terrorismo.
Inoltre, prosegue nel condannare a morte senza giusto processo una media di due persone al giorno. Sono 882 esecuzioni le esecuzioni del Regime nel 2023, 86 solo nell’ultimo mese, tra questi anche donne e persone inferme di mente.
Ogni società che crede nella pace, nella sicurezza e nella libertà è un nemico Ayatollah e su questo si fonda il nostro dovere ad agire per isolarli dalla comunità internazionale e denunciare le loro aberrazioni.
“L’Iran allarga il conflitto al Pakistan, alla Siria e All’Iraq. Ha armato Hamas contro Israele e gli Houthi in Yemen contro le navi che battono bandiera europea e statunitense. Il Regime iraniano è una minaccia per l’Italia e l’Europa. Espandere la guerra a tutto il Medio Oriente crea una grave e reale minaccia in termini di sicurezza ma anche economici. Le conseguenze di un’escalation avranno effetti devastanti. Sorpresa che l’Unione Europea non abbia ancora un piano per affrontare un conflitto che pare oramai imminente. Difendere i nostri cittadini è una prerogativa irrinunciabile. È da un anno che chiediamo che il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche vengo inserito nella lista europea delle organizzazioni terroristiche, poiché è il principale strumento con cui l’Iran finanzia il terrorismo nel mondo”. Così in una nota Anna Cinzia Bonfrisco, europarlamentare della Lega – Gruppo Identità e Democrazia, componente della Commissione per gli Affari esteri, della Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa.
BRUX, 8 OTT – A. BONFRISCO: “Hamas, Hezbollah e Iran responsabili di un atto di guerra. L’Unione Europea inserisca Hezbollah e le Guardie Iraniane della Rivoluzione nella lista dei terroristi.”
“L’asse formata da Hamas, Hezbollah e Iran è responsabile di un atto di guerra senza precedenti nei confronti di Israele e il suo popolo. Le centinaia di vittime, i rapimenti e le migliaia di feriti sono la dimostrazione di un’alleanza formata in nome di una soluzione finale fondata sull’odio, la menzogna e il terrorismo.
Il Mediterraneo rischia di diventare il fronte di un duraturo conflitto, instabilità e insicurezza; per questo motivo l’Unione Europea si impegni a rafforzare il ruolo della Nato nell’area, la quale ha riconosciuto il diritto alla difesa di Israele.
Da tempo i parlamentari europei chiedono che le Guardie Iraniane della Rivoluzione e gli Hezbollah vengano inseriti nella lista dei terroristi dell’Unione Europea. E’ un primo passo per tagliare completamente ogni possibile finanziamento al terrorismo.
Le capitali europee, a cominciare da Roma e molte città italiane, illuminate con la bandiera di Israele sono un segnale inequivocabile che l’Europa e l’Italia sono in prima fila nel sostegno di Israele.”
europarlamentare componente della Commissione per gli Affari Esteri, sottocommissione della Sicurezza e la Difesa, della Delegazioni per le relazioni UE-Nato e per le relazioni con Israele.
La nomina dell’Iran a presiedere il Social Forum 2023 del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHRC) è una vergogna senza precedenti. La comunità internazionale diserti qualsiasi iniziativa proposta dal Regime.
Altrettanto grave è che il Social Forum 2023 dell’UNHRC, del 2 e 3 novembre 2023, riguarderà il contributo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione alla promozione dei diritti umani, anche nel contesto della ripresa post-pandemia.
Infatti, il regime degli Ayatollah spegne internet per reprimere nel silenzio i protestanti, diffonde campagne di disinformazione per negare i massacri di cui è responsabile, tortura e uccide chi chiede libertà per il proprio popolo.
Il Consiglio dei Diritti Umani, al posto di integrare il Regime, conduca un’indagine indipendente sugli avvelenamenti di migliaia e migliaia di bambine e ragazze nelle scuole in Iran, su cui il Regime non fornisce alcuna risposta chiara.
L’Unione europea, come chiesto dal suo Parlamento, agisca per promuovere l’indagine e si esprima inoltra in maniera netta contro questa nomina e agisca affinché venga sostituito l’Iran dal presiedere il Social Forum.
Continuano ad essere violati i diritti umani in Iran con efferati crimini contro gli oppositori del regime.
https://www.ansa.it/…/iran-bonfrisco-sanzioni…
Iran: Bonfrisco, sanzioni confermano che siamo da parte giusta
Eurodeputata Lega:’Se a arrivano a questo a Teheran hanno paura’
Il regime iraniano non fornisce alcun contribuito all’umanità, solo morte e terrore.
Per questo di fronte all’Alto Rappresentante, oggi in occasione della seduta Plenaria di Strasburgo, ho espresso il mio sostegno alle donne che manifestano in Iran e ho chiesto un’azione chiara da parte dell’Unione europea.
L’Iran, il più aberrante dei regimi autoritari della recente storia dell’umanità, avrebbe l’intenzione di fornire droni armati alla Russia.
Questo non è solo un allargamento del fronte della guerra in Ucraina ma è l’intervento di un regime che da sempre ha l’obbiettivo di annientare le nostre democrazie, il nostro stile di vita, la nostra stessa essenza dell’essere liberi e occidentali.
L’Unione europea stia molto attenta nei suoi dialoghi con l’Iran, perché oggi in discussione c’è innanzitutto il sistema dei valori europei.
L’atteggiamento intimidatorio di Azeri e Turchi a tutte le istituzioni, a tutti i comuni e consiglieri comunali che in questi giorni stanno ricevendo lettere di minacce, per aver sostenuto la Repubblica di Artsakh, sono deplorevoli, inaccettabili in Italia.
Ringrazio il Consiglio per la comunità armena di #Roma per aver condannato questi episodi.
In questi tempi oscuri dobbiamo essere uniti contro chi utilizza deliberatamente i nuovi media per impedire le libertà altrui.
Oggi in commissione Affari Esteri (Afet) abbiamo discusso sul futuro del Libano.
È importante che l’UE eserciti un controllo maggiore sulle tante risorse impiegate in quell’aerea e che si lavori per un ritorno alla normalità del Libano attraverso le riforme, specialmente di fronte alla minaccia di una sempre maggiore influenza da parte dell’Iran attraverso il potere gestito dagli Hezbollah.
Il regime Iraniano è la più atroce forma di persecuzione che un popolo possa subire. E badate bene: anche la recente minaccia espressa dagli Ayatollah di una risoluzione finale contro Israele è una minaccia nei nostri confronti e delle nostre libertà.
Per questo ho partecipato alla riunione bipartisan di parlamentari convocata dall’Associazione Nessuno tocchi Caino. Credo che “i giorni dell’indifferenza” dell’Ue debbano finire, come il 13 aprile di quest’anno quando ha scelto, a differenza degli Stati Uniti, di non aggiornare la lista dei soggetti a misure restrittive per gravi violazioni dei diritti umani in Iran, ad esempio il giovanissimo ministro delle tecnologie iraniano che ha avuto un ruolo determinante nella censura di internet su vasta scala e nelle repressioni delle proteste del 2019 in Iran.
L’Ue ha mancato il suo appuntamento con la storia, dimenticando che quando si rimane indifferenti regna il terrore. Come disse Einstein “Il mondo non è minacciato dalle persone che fanno il male, ma da quelle che lo tollerano”.
L’ Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha dichiarato che L’#unioneeuropea condanna le osservazioni minacciose del leader supremo dell’#iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, che mette in discussione la legittimità di #israele.
Tali dichiarazioni sono totalmente inaccettabili e rappresentano una fonte profonda di preoccupazione.
L’Unione europea ribadisce il suo impegno fondamentale per la sicurezza di Israele.
Auspico che le parole di Borrell mettano fine ad una lunga stagione di #politicaestera europea accondiscendente verso i nemici di Israele.
Il mio intervento di oggi al Parlamento europeo sui report annuali sull’attuazione della politica estera, di sicurezza e difesa comune.
Le crisi in Nord Africa e Medio Oriente sono maturate senza che gli sforzi dell’Unione europea abbiano prodotto alcun risultato.
Dopo cinque disastrosi anni di gestione Juncker la Libia scivola tra le mani di Turchia, Russia e Cina, mentre il tanto decantato accordo nucleare in Iran, si sbriciola alla prima difficoltà.
E allora la domanda è semplice: gli strumenti politici e le risorse che destiniamo alla politica industriale della difesa europea, avranno un reale effetto sulla sicurezza dei cittadini europei?
Mi chiedo i Talebani quale senso della Storia, della letteratura, dell’arte ma anche della scienza e della tecnologia, pensano di dare all’Afghanistan emettendo il nuovo divieto di istituzione universitaria per donne e ragazze.
È questa una continua oppressione e discriminazione di metà della popolazione afghana. È anche il segno che i Talebani al Mondo non hanno proprio nulla da offrire.
L’Unione europea non dimentichi una delle più gravi violazioni dei diritti umani in corso in questi anni. Venga invece onorato l’amaro sacrificio dei nostri soldati in Afghanistan e il dolore delle loro famiglie.
I Talebani hanno usato le armi per reprimere una manifestazione di donne afghane che, ad un anno dalla caduta di Kabul, chiedono con i loro slogan ‘cibo, lavoro e libertà’.
Un anno di Talebani in Afghanistan è equivalso ad un anno senza diritti. Soprusi, sopraffazione e violenze hanno segnato la vita di molti che si sono visti privati di ogni diritto. E’ pertanto nostro dovere ricordare le vittime e denunciare il regime talebano.
Eppure in Afghanistan c’è chi rifiuta di fare marcia indietro sui proprio diritti e lotta ancora per un futuro migliore. E queste azioni sono compiute proprio da chi è più indifeso, donne e ragazze, minoranze etniche come gli Hazara.
L’Unione europea sembra aver smesso di parlare di Afghanistan e ciò è inaccettabile. Si mantenga alta l’attenzione e si attuino azioni concrete.
Lo dobbiamo alle donne afghane, lo dobbiamo al sacrificio delle nostre forze armate!
La denuncia delle ONG sulla mancata effettiva apertura dei corridoi umanitari dall’Afghanistan è allarmante. Sono 1.200 esseri umani a cui abbiamo fatto una promessa di salvezza e speranza e che oggi lasciamo nelle mani di uno dei regimi più efferati al Mondo.
È nostro dovere civile e politico mettere nelle condizioni di fuggire coloro che in molti casi hanno collaborato con le forze occidentali di pace della Nato e sono oggetto di persecuzione, violenza e ritorsione per la semplice colpa di aver sognato un Afghanistan prospero e libero.
Il Governo Draghi, assieme alla Commissione europea e il Consiglio, collaborino per trovare soluzioni, tempi e procedure rapide, ma anche sicure e controllate.
In occasione del dibattito alla Plenaria di Strasburgo sulla situazione dei diritti delle donne in Afghanistan, alla presenza dell’Alto Rappresentante e della Commissione, ho ribadito la necessità di un forum che rappresenti le donne Afghane fuggite dalla furia dei talebani.
Lo dobbiamo alle donne afghane, lo dobbiamo al sacrificio delle nostre forze armate!
L’Italia ha l’obbligo politico e morale di risultare tra i firmatari della Dichiarazione congiunta sulle denunce di uccisioni sommarie e sparizioni forzate in Afghanistan, sottoscritta da Stati Uniti, Unione Europea e altri Stati membri, tra cui Francia, Germania e Spagna.
I Talebani sono responsabili di aver instaurato un regime sanguinario e aberrante, le loro parole corrispondono solo menzogne, come la promessa mai mantenuta dell’amnistia per gli ex membri delle forze di sicurezza afgane e gli ex funzionari del governo.
Chi ha teorizzato che i Talebani di oggi non sono quelli di ieri si scontra con la realtà della popolazione afghana, a cui è negato il significato più profondo e intimo della vita, si scontra con il desolante assassinio e decapitazione di una ragazza afghana perché non voleva abbandonare lo sport che amava e di cui era una campionessa, con i morti, il terrore e le violenze ad ogni angolo della strada. C’è solo una definizione per i Talebani: sono un’aberrazione gretta e meschina!
Per questo l’Unione europea, al posto di quale dialogo possibile con il regime talebano, oggi si interroghi sul valore dei propri principi e valori, su come può aiutare le donne, le ragazze e il popolo dell’Afghanistan.
Ieri Sakina Hosseini, membro del Consiglio provinciale di Herat, ha incontrato il sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, la quale le ha rivolto il seguente messaggio: “Il prezioso lavoro che lei, Signora Sakinah, ha svolto in Afghanistan attraverso i numerosi progetti che ha portato avanti a favore delle donne di quel Paese – dalla loro istruzione alle iniziative per affermare il riconoscimento dei loro diritti – è assolutamente meritorio e non deve andare perduto.”
Oggi ho incontrato Khaled Ahmad Zekriya, ambasciatore dell’Afghanistan a Roma, per parlare del tragico mese di agosto che ha stretto il suo Paese e il suo Popolo nella morsa crudele dei talebani.
L’Ambasciatore esorta a richiamare sempre il rispetto della Costituzione, dei diritti delle donne e delle minoranze. Questo è l’Afghanistan per cui dobbiamo lottare tutti assieme! l’Unione europea non può, non deve, fermarsi alle dichiarazioni di facciata.
L’Italia del presidente Draghi darà il suo contributo al G20. Tutti noi abbiamo l’obbligo di promuovere e proteggere i diritti umani, in quanto diritti umani, Stato di diritto e democrazia sono indissolubilmente connessi.
Le nostre azioni oggi verso gli afgani determineranno il futuro e la storia dell’Europa come promotrice di Pace, Sicurezza, Giustizia e Istituzioni forti.
La strage compiuta dall’Isis all’aeroporto di Kabul è un atto vile, codardo e disumano. L’impegno a sconfiggere il terrorismo islamista deve continuare in Afghanistan e in tutto il Mondo. Profondo cordoglio per le vittime e ai loro familiari.
I Talebani incarnano il terrore nel Mondo e le peggiori atrocità contro il popolo afghano in nome dell’islamismo radicale. Oggi come ieri i nostri valori di pace e libertà sono ancora l’unica alternativa alla morte e alla disperazione.
Per questo motivo già a gennaio mi preoccupavo della vita a rischio dei collaboratori delle forze di pace e delle molte donne che venivano uccise perché sognavano un Afghanistan inclusivo, plurale e democratico come la giornalista Malala Maiwand.
Le parole dei Talebani di queste ore sono cartastraccia. L’Europa non cada nella trappola. Non perdiamo altro tempo. Uniamo le forze con tutti gli Stati che condividono i principi della dignità umana, delle pari opportunità, dello stato di diritto e delle libertà fondamentali.
Oggi durante commissione Affari Esteri del Parlamento europeo, riunita in seduta straordinaria, ho ricordato l’impegno dell’Italia in Afghanistan oltre alle conseguenze per l’Europa in termini di flussi migratori incontrollabili e dei pericoli del terrorismo internazionale.
Ogni ora dell’invasione dell’Azerbaijan nel Nagorno-Karabakh è un’ora di sangue e violenza.
Il regime Azero aggredisce l’#Armenia facendosi forza dell’appoggio diretto della #Turchia che ha inviato centinaia e centinaia di mercenari islamisti radicali siriani.
Ho trovato particolarmente toccanti le parole del calciatore armeno della Roma Henrikh Mkhitaryan nell’appello che ha lanciato ai leader mondiali: “Siamo lasciati soli nella nostra battaglia contro il terrorismo internazionale”.
“Come storici alleati dell’Armenia il vostro intervento per fermare questa guerra devastante è di vitale importanza.
I nostri giovani muoiono al fronte o rimangono irrimediabilmente menomati, invece di avere la possibilità di partecipare alla costruzione del futuro del Paese”.
A due giorni dall’anniversario dell’ attacco di Nassiriya assistiamo ad un altro vile attentato ai danni dei nostri soldati in Iraq. Ai militari coinvolti va tutta la mia solidarietà; quello che è successo ci ricorda quanti nostri uomini e donne appartenenti alle forze armate rischiano la vita ogni giorno per combattere il terrorismo e difendere gli ideali in cui crediamo. L’ Unione Europea, se ha qualche ambizione nel settore della Difesa, prenda spunto dalla loro professionalità e dal loro coraggio. I miei pensieri sono con voi ragazzi!
Adottare la cultura del dialogo come codice di condotta tra le nazioni, ecco cosa credo significhi il viaggio di Papa Francesco. E il fattore unificante e’ finirla con la cultura della morte.
Il viaggio in Iraq e’ la rappresentazione della dignità umana che si fa avanti in un ambiente globale caratterizzato da una rivalità geopolitica aumentata, guerre, conflitti etnici, impunità e violenze.
In Medio Oriente e nel Mediterraneo, non è facile trovarsi insieme a percorrere la strada della verità, del bene comune, della libertà e fraternità, dopo anni di brutale terrorismo e conflitti.
Così come non è facile per le forze NATO in Iraq aiutare a costruire una nuova sicurezza della società irachena (che e’ anche la nostra) con l’obiettivo di non rivedere mai più l’ISIS.
Non dimentichiamo anche che, le grandi sfide globali che viviamo (ambiente, salute e nuove tecnologie) ci impongono sforzi comuni, a prescindere dalle credenze religiose e dalle filosofie politiche.
Le tre grandi religioni monoteiste, sono sicura, saranno in grado di aiutare l’umanita’ ad essere meno cinica e piu’ rispettosa del prossimo (uomo e natura).
La sospensione della democrazia in Tunisia può solo appesantire la situazione economica, sociale e sanitaria in cui versa il Paese, allo stesso tempo minacciare una intollerabile e prevedibile grande ondata migratoria che colpirà inevitabilmente l’Italia.
Questo è un problema europeo che le istituzioni dell’Unione europea non posso ignorare ancora a lungo. Non ci possiamo permettere ulteriore instabilità in quell’area considerando che anche la Libia deve affrontare le sue fragilità.
Ieri all’incontro Libia-Italia, il primo paese europeo ricevuto, era presente la ministra libica agli Affari esteri Najla Al-Mangoush. Parte del nuovo governo che assegna alle donne cinque incarichi, inclusi i principali portafogli della giustizia e degli esteri.
A tutte loro faccio i miei migliori auguri di buon lavoro certa che, dopo anni difficili, la piena, equa e significativa partecipazione delle donne sia un passo significativo verso la risoluzione dei conflitti, nel processo decisionale e nella promozione dei diritti delle donne.
È 55 giorni che i pescatori italiani sono ostaggio in #Libia delle truppe di Haftar.
Come italiana oggi ho chiesto in commissione Affari Esteri a Sabadell, nuovo capo delegazione a Tripoli, un’azione per la liberazione immediata da parte dell’Unione Europea e degli Stati Membri.
In Libia le dimissioni improvvise di Al-Sarraj sono l’ulteriore dimostrazione che, in una zona fragile e strategica del Mediterraneo, l’Europa è assente.
Anche l’Italia avrebbe dovuto svolgere il suo ruolo naturale di piattaforma nel Mediterraneo per un dialogo allargato tra gli attori in gioco.
All’Italia serve più visione e all’Europa meno divisione. Specialmente quando la nostra sicurezza è a rischio.
“Intervento dell’On. Bonfrisco e scambio di opinioni con il commissario per il parternariato Orientale”
Il ricatto continuo della Turchia sui migranti e il suo intervento militare in #Libia rende evidente la debolezza dell’Europa in materia di sicurezza.
La #Turchia beneficia dei soldi dei cittadini europei e noi non riusciamo a condizionarla in alcun modo.
Sarebbe questa l’autonomia strategica sbandierata dalla Presidente Von der Leyen?
Ieri sera sono intervenuta al Parlamento europeo di Strasburgo nel corso del dibattito sulla crisi libica.
Ho ricordato che nel 2011 l’Unione europea ha avallato un cambio di regime in Libia che ha ridotto il Paese ad essere oggi uno Stato fallito, dove il nostro ruolo viene ormai svolto da Russia e Turchia e persino Cina e Arabia Saudita si affacciano sullo sfondo.
È il triste risultato di 70 anni di convergenza politica sul mercato interno e nessuna convergenza in politica estera nell’Unione europea.
In questi giorni il Mediterraneo sprigiona tutti i suoi colori, profumi e calore. Eppure il Mediterraneo è anche le diverse sfide e minacce alla sicurezza, nonché i conflitti in corso nel Medio Oriente, in Libia e in Siria, che non possiamo ignorare.
La concorrenza globale di Cina, Russia e Iran dovrebbe essere sempre di più al centro dell’azione della politica estera europea. Ne va del nostro futuro, che affonda le radici sulla democrazia di cui Roma, Atene e Gerusalemme hanno posto la prima pietra nel Mondo.
Il partenariato mediterraneo rafforzato sarà un imperativo strategico per l’Unione europea solo se ne saprà tutelarne la cultura, lo stile di vita e la prosperità, rispetto ad interessi che poco hanno a che fare con le nostre tradizioni.
Contributi alle discussioni in Aula
Attività della polizia cinese in Europa (discussione)
Mercoledì 10 aprile 2024 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, cari rappresentanti del Consiglio e della Commissione, la vastità della rete di stazioni di polizia cinese in Europa è segnalata da questo Parlamento almeno dal 2022. Risulta pertanto allarmante che solo adesso veniate a riferire su una minaccia che rappresenta una seria preoccupazione per i cittadini europei.
L’Italia ha fatto la sua parte per smantellare gli accordi della sinistra e ancora lotta per combattere le conseguenze dannose di quegli accordi, ad esempio le connessioni tra associazioni cinesi, criminalità organizzata e i funzionari pubblici del Partito comunista.
Infatti, è il Partito comunista cinese che usa l’Europa come terreno per lo spionaggio, le interferenze e la violazione dei diritti umani, perché per sua natura intende disporre di ogni aspetto della vita degli individui e della libertà di pensare, della libertà di agire e di decidere, che la Cina prova a eliminare.
Agite subito, quindi, e sanzionate i funzionari cinesi che hanno un legame con le stazioni di polizia. Sospendete qualsiasi trattato di estradizione con Hong Kong e con la Cina. Mettete gli Stati europei in condizioni di difendersi. Opponete i valori liberali e la libertà all’ingerenza corruttrice cinese.
Relazioni UE-Cina (discussione)
Martedì 22 novembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Alto rappresentante Borrell, diversi fatti ormai ci dicono che la Cina non cerca pace e tranquillità e mi domando: dov’è l’esempio di equilibrio e la reciprocità commerciale che la Commissione europea cerca di stabilire con la Cina sia a livello bilaterale che presso il WTO? Tutto ciò non si materializza ed ecco quindi che il nostro dibattito indica la chiara volontà politica di salvaguardare un ordine internazionale libero, multipolare, basato sulle regole.
Lei ha citato il tema cruciale dei semiconduttori. Ecco perché dobbiamo trovare il modo di consentire a Taiwan di continuare a esistere nello status quo attuale, espandendo le relazioni commerciali e politiche e rifiutando categoricamente la falsa narrativa della riunificazione proposta dalla Cina.
Così come dobbiamo opporci all’egemonia che il Partito comunista cinese tenta di estendere nel Mar Cinese orientale e meridionale sfidando la libertà di navigazione, sfidando quindi il mondo occidentale.
Relazioni politiche e cooperazione tra l’UE e Taiwan (discussione)
Martedì 19 ottobre 2021 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Repubblica di Cina, Taiwan, è un partner affidabile e i taiwanesi sono forgiati dalla democrazia, dalle libertà e da una mentalità aperta che abbraccia l’innovazione.
Con il nostro voto oggi riconosciamo che negli ultimi vent’anni Taiwan ha rafforzato le istituzioni democratiche, i diritti sociali e politici e le libertà individuali e siamo al fianco di Taiwan, che vuole rimanere libero, sovrano e indipendente, coltivando una diplomazia di pace proattiva, soprattutto verso la Cina, anche quando questo Stato militarista e autoritario mostra solo di voler intimidire.
Taiwan rinnega ogni forma di coercizione ed è un modello esemplare per altri paesi dell’Asia e dell’Indo-Pacifico. Pertanto, ogni forma di collaborazione, dalla cultura ai semiconduttori, dalla sicurezza all’economia, dalla salute alle catene di valore e di approvvigionamento è un chiaro interesse strategico reciproco: collaborare per il progresso umano.
Siamo uniti nella difesa del progresso umano e della sua libertà e dobbiamo difendere Taiwan, perché Taiwan possa continuare a vivere in questo modo. La Commissione, gli Stati membri dell’Unione europea avvertano la Cina: noi difenderemo Taiwan.
Nuova strategia UE-Cina (discussione)
Martedì 14 settembre 2021 – Strasburgo
(inizio dell’intervento fuori microfono) … esercitare la concorrenza sleale, lo spionaggio della proprietà intellettuale, umiliare le libertà, degradare la dignità umana, disseminare disinformazione, epurare i dissensi e le diversità politiche, filosofiche e religiose? No, non è accettabile!
Usare le tecnologie emergenti per espandere la coercizione e consolidare l’intrusione, svuotando la privacy individuale non è etico e nemmeno umanocentrico.
Questi aspetti rendono la Cina una calamità e questo lo ricordiamo specialmente alla Russia.
Pertanto invitiamo gli Stati membri e il Servizio esterno a investire in una più stretta cooperazione con partner democratici con i quali condividiamo i valori, i valori dell’umanità.
Lavoro forzato e situazione degli uiguri nella regione autonoma uigura dello Xinjiang
Giovedì 17 dicembre 2020 – Bruxelles
Signora Presidente, onorevoli colleghi, la Cina ha aggiornato al 21° secolo gli strumenti per compiere un genocidio, usa la tecnologia biometrica e di sorveglianza per la pulizia etnica di milioni di uiguri alla velocità e con la precisione di un computer.
Il Partito comunista cinese agisce attraverso le macchine e pensa come le macchine. Nelle fabbriche sfrutta fino alla morte le minoranze, al motto di lavare i cervelli, pulire i cuori, sostenere il diritto, rimuovere ciò che è sbagliato.
Colleghi, la schedatura del DNA, la scannerizzazione del viso, la registrazione di impronte e voci, le sterilizzazioni, il lavaggio del cervello – e c’è di peggio – di 82 aziende globali coinvolte nel silenzio generale, molte sono europee. Il 20 % del cotone mondiale arriva dal lavoro forzato degli uiguri. Gli Stati Uniti hanno sanzionato 24 aziende cinesi specializzate nell’intelligenza artificiale e nel controllo facciale e noi invece cosa abbiamo fatto?
Modifica della Legge sulla cittadinanza indiana del 2019 (discussione)
Mercoledì 29 gennaio 2020 – Bruxelles
Signora Presidente, onorevoli colleghi, egregio Alto rappresentante, l’Unione europea ha da sempre intensi rapporti commerciali con l’India, ma deve anche riconoscere il suo tentativo di costruire e difendere uno Stato di diritto, pur tra le molte, molte contraddizioni.
Noi dobbiamo rispetto all’India. L’India non ha nulla a che fare con i paesi che la circondano, a partire dal Pakistan, ideologicamente e religiosamente contrario al progresso, alla Cina, che impone il suo autoritarismo su più di un miliardo di persone, o al Myanmar, con la sua pulizia etnica contro i Rohingya.
Al netto di eventuali profili di costituzionalità, che non spetta a noi valutare, l’interesse dell’Unione europea deve essere quello di evitare ogni conflitto con un paese come l’India, proiettato nel futuro e all’avanguardia nel mondo per un sistema di educazione, quello dello STEM, fonte di benessere per i suoi cittadini. L’India è un paese ben cosciente delle minacce interne ed esterne alla sua sicurezza e cerca solo di attuare le misure che ritiene necessarie.
Situazione degli uiguri in Cina (“China-cables”) (discussione)
Mercoledì 18 dicembre 2019 – Strasburgo
Signora Presidente, egregio Alto rappresentante, onorevoli colleghi, lungo la nuova via della seta, volta a connettere il 63 % della popolazione mondiale in futuro, la Cina sta scrivendo e applicando cinicamente le sue regole. Al riguardo poi della terra degli uiguri, che è uno dei principali snodi infrastrutturali dell’ambizioso progetto cinese da mille miliardi di dollari, essa è divenuta l’alibi perfetto per reprimere ogni desiderio di autodeterminazione della popolazione. La nuova via della seta, quindi, può essere percorribile dalle merci ma è interdetta ai diritti, alla libertà, alla democrazia.
Ritengo, inoltre, signor Alto rappresentante, che la politica del vicinato debba essere concepita secondo parametri geopolitici globali e non semplicemente geografici. La storia di repressione degli uiguri racconta la voracità di un paese che ha creato un sistema basato sul controllo globale e capillare della popolazione, che si nutre come un mostro delle esperienze degli uomini, in nome dell’espansione e della rincorsa forsennata al predominio globale nel settore dell’intelligenza artificiale. Meccanismi di credito sociale, riconoscimento facciale e persino controllo delle emozioni consentono la sorveglianza di massa di un miliardo e mezzo di persone.
Con la Big Data Analytics, il governo di Pechino, da un lato, controlla il territorio a discapito dei diritti umani, dall’altro, alimenta gigantesche banche dati, in cui confluiscono i dati personali dei cittadini, secondo un sistema centralizzato in cui non si distingue tra la dimensione pubblica e quella privata.
Ci troviamo quindi di fronte a una situazione inaccettabile, di cui l’Europa, in virtù dei valori fondativi, non può più semplicemente limitarsi a prendere atto, prima che gli uiguri diventiamo tutti noi.
Situazione a Hong Kong (discussione)
Lunedì 16 settembre 2019 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, i trattati dell’Unione europea ci uniscono tutti nel principio inviolabile della democrazia e dello Stato di diritto.
Registriamo, al contrario, come la Cina tenti invece in ogni sede, comprese le Nazioni Unite, di sminuire i diritti individuali delle persone, anteponendo il primato dello Stato su ogni tipo di libertà individuale, col pretesto della difesa della sovranità nazionale.
Affermare, come ha fatto Carrie Lam, che i suoi concittadini siano una piccola minoranza di violenti, senza appoggio sociale, senza interessi economici, portatori di caos e di minacce, peggio della SARS o delle crisi finanziarie, è falso e profondamente antidemocratico. Le azioni della polizia e delle autorità di Hong Kong da lei guidate sotto lo stretto controllo delle autorità cinesi sono a dir poco inumane.
A tutto ciò noi dovremmo rispondere senza timidezze, con una ferma dichiarazione politica dell’UE, che riconosca la specialità dello status di Hong Kong e guidi il perimetro delle nostre future relazioni con la Cina, nel nome del rispetto dei diritti dell’uomo.
Relazioni in quanto relatore ombra
RELAZIONE sull’UE e le sfide in materia di sicurezza nella regione indo-pacifica
4.4.2022 – (2021/2232(INI))
Il Parlamento europeo,
La risposta dell’UE alle sfide in materia di sicurezza nella regione indo-pacifica
Sovranità strategica fondata sul multilateralismo e l’ordine internazionale basato su regole
Rafforzamento dei partenariati con le organizzazioni regionali e i paesi democratici della regione
Libertà dei beni collettivi globali: la base fondamentale per le relazioni UE-Indo-Pacifico
La dimensione della sicurezza marittima
La dimensione tecnologica, informatica, aerea e spaziale
Sfide non tradizionali in materia di sicurezza
Proposte di risoluzione
PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulle violazioni delle libertà fondamentali a Hong Kong
19.1.2022 – (2022/2503(RSP))
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sulla repressione dell’opposizione democratica a Hong Kong
20.1.2021 – (2021/2505(RSP))
Il Parlamento europeo,
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
Dichiarazioni del prossimo ambasciatore dell’UE in Cina
21.7.2022
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002702/2022 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Secondo quanto dichiarato dal prossimo ambasciatore UE in Cina, Jorge Toledo Albiñana, al giornale “La Vanguardia”, l’UE supporta una riunificazione pacifica di Taiwan con la Cina. Tali dichiarazioni non trovano riscontro nelle posizioni europee, anzi sembrano contraddirle.
Considerando:
Riconoscimento della Repubblica di Cina-Taiwan e incremento della politica navale e dimensione marittima per un’Asia e Indo-Pacifico liberi e multi-polari
11.10.2021
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-004592/2021 al Consiglio
Articolo 138 del regolamento
Il dibattito inerente a un’Europa più assertiva, geopolitica e che rafforzi la propria influenza strategica in un mondo multi-polare, include un nuovo assetto delle relazioni UE-Cina.
L’equilibrio tra sfide e opportunità presentate dalla Cina è cambiato passando dalla cooperazione alla competizione, dalle differenze alle contrapposizioni.
Gli Stati dell’area Indo-Pacifica notano un’assertività cinese che esibisce il potere militare con la volontà di violare la pace e la stabilità.
Nel caso di Taiwan questa tattica si manifesta in incursioni della ADIZ da parte di aerei militari cinesi e in cyber attacchi.
La Repubblica di Cina – Taiwan è uno Stato indipendente, sovrano, che mantiene una propria difesa nazionale, conduce le proprie relazioni estere e ha una Costituzione e un governo democratici.
Alla luce di quanto precede, può il Consiglio rispondere ai seguenti quesiti:
La raccolta di dati da parte della Cina è una minaccia globale
13.7.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003550/2021/rev.1 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Secondo un’inchiesta condotta da Reuters[1], la società cinese di genomica BGI Group vende test prenatali in tutto il mondo in collaborazione con le forze armate del paese. Secondo tale inchiesta, il governo cinese li sta utilizzando per raccogliere dati genetici da milioni di donne per effettuare ricerche approfondite sui tratti delle popolazioni. Poiché la scienza individua nuovi legami tra geni e tratti umani, l’accesso all’insieme più ampio e diversificato di genomi umani darà ai paesi un vantaggio strategico.
Tentativo della Cina di annettere con la forza Taiwan e preparativi per un possibile conflitto
30.6.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003358/2021 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Le ambizioni espansionistiche della Cina si sono estese fino al Mar cinese meridionale e alla regione indo-pacifica. L’espansione aggressiva e assertiva della sfera di influenza cinese al Mar cinese orientale e al Mar cinese meridionale nonché oltre la prima catena di isole verso il Pacifico aperto non costituisce un problema soltanto per Taiwan.
Numerosi ambiti che destano preoccupazione, dalla coercizione economica e militare agli attacchi contro i valori fondamentali, continuano a costituire un modello distintivo di destabilizzazione che pregiudica l’ordine fondato su regole.
Le continue intimidazioni della Cina nei confronti della popolazione taiwanese, per mezzo di una guerra informatica e cognitiva, campagne di disinformazione e intimidazioni militari, non dovrebbero essere sottovalutate né tollerate.
Violazione dei diritti dell’infanzia per quattro bambini uiguri respinti dalle autorità italiane in Cina
13.4.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001975/2021 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Nel 2016, Ablikim Mamtinin e la moglie Mihriban Kader, di origine uiguri, hanno dichiarato di essere fuggiti dallo Xinjiang dopo che la donna era rimasta incinta del sesto figlio, per via dei divieti imposti dalle politiche cinesi di pianificazione familiare.
Dall’arrivo in Italia, solo nel 2020 sono riusciti a ritracciare i figli rimasti nello Xinjiang.
I documenti di autorizzazione del visto dei quattro bambini erano stati approvati dal governo italiano nel 2019 ma, quando si sono recati al consolato italiano a Shanghai per ritirare i visti, sarebbero stati bloccati da una guardia di sicurezza cinese dell’edificio.
I funzionari del consolato hanno quindi indirizzato i bambini a un altro ufficio, che ha respinto la domanda di visto dicendo di non riconoscere i documenti e che i minori dovevano essere accompagnati da adulti, e aggiungendo di fare domanda a Pechino, all’epoca in lockdown.
Ora i bambini sono stati catturati e messi in un orfanotrofio sponsorizzato dallo Stato.
Ciò premesso, può la Commissione far sapere se intende chiedere conto alle autorità cinesi e italiane di un inaccettabile comportamento in violazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia?
Sfruttamento di lavoratori uiguri in Cina per la produzione di dispositivi di protezione venduti nell’Unione europea
23.12.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-007043/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Recenti inchieste giornalistiche hanno portato alla luce lo stretto legame che sussiste tra industrie di distribuzione farmaceutica operanti nel territorio dell’Unione europea e l’azienda cinese Hubei Haixin Protective Products, operante nel settore della produzione di dispositivi di protezione individuale.
Secondo un’indagine dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) sono oltre ottantamila gli uiguri che tra il 2017 e il 2019 sono stati costretti ad abbandonare la propria regione per andare in fabbriche che funzionano come campi di lavoro forzato, tra cui lo stabilimento di Hubei Haixin.
La rete di distribuzione coinvolge numerosi Stati dell’Unione europea, tra cui Italia, Norvegia, Belgio, Olanda, Svezia, Danimarca ed Estonia.
Si chiede alla Commissione:
Osservazioni sulla legge sulla sicurezza per Hong Kong presentata dal Partito comunista cinese
28.5.2020
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-003242/2020 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Come dichiarato dal VP/AR Josep Borrell, l’UE “attribuisce grande importanza al mantenimento dell’alto grado di autonomia di Hong Kong, in linea con la Legge fondamentale e con gli impegni internazionali, nonché al rispetto di questo principio”. Eppure la Cina, in un’ottica di egemonia volta alla supremazia sui popoli e alla soppressione dello Stato di diritto, ha imposto a Hong Kong la nuova legge sulla “sicurezza nazionale”, perseguendo l’azione di omogeneizzazione dei sistemi giuridico-istituzionali dei due paesi. È il primo passo di quello che avverrà anche con gli altri Stati nella sfera d’influenza cinese, Africa compresa.
Alla luce di quanto sopra, può il VP/AR far sapere:
Ridefinire il quadro delle relazioni UE-Cina
8.4.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002188/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Le perturbazioni sociali causate dal nuovo coronavirus consentono di ridefinire alcuni elementi dell’ordine regionale e globale Uno dei principali strumenti per trattare adeguatamente il coronavirus è un dispositivo di protezione individuale (DPI). I DPI sono diventati una nuova strategia dell’UE: il commissario Breton ha dichiarato che, fra poche settimane, l’UE sarà autosufficiente. Ciò è prova del fatto che gli Stati membri e l’UE hanno fallito nella pianificazione e nella protezione dei loro cittadini e li hanno invece resi vulnerabili e dipendenti dalla produzione straniera. A febbraio, quando la Cina aveva urgente bisogno di aiuto, l’UE ha inviato tonnellate di merci/attrezzature, spendendo milioni di euro. Germania, Francia e Italia sono stati i paesi che più hanno contribuito. Ora gli Stati membri dell’UE ricevono aiuto dalla Cina, ma il fatto che la Cina abbia venduto, non donato, DPI all’Italia e si faccia pagare per DPI in precedenza donati dall’Italia, è scoraggiante e allarmante. La Spagna ha dovuto restituire kit di test difettosi alla Cina e i Paesi Bassi hanno dovuto ritirare 600 000 maschere protettive, importate dalla Cina.
Unione Europea e trasparenza delle informazioni cinesi
27.3.2020
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001921/2020 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
L’inizio dell’epidemia della Covid-19 ha avuto come epicentro la città cinese di Wuhan, dove il virus ha iniziato a diffondersi già alla fine del 2019. I primi passaggi nella gestione di questa crisi sono stati lacunosi, opachi e mirati a impedire la diffusione di informazioni riguardo al virus e ai contagiati, almeno finché gli effetti non sono diventati di pubblico dominio.
Il comportamento delle autorità della Repubblica popolare cinese (RPC) dimostra come sia mancata trasparenza e apertura riguardo all’epidemia, cosa che non ha agevolato una risposta coordinata anche a livello sovranazionale; un atteggiamento opposto a quello mantenuto dagli Stati membri dell’UE.
Permangono ancora molti interrogativi sull’atteggiamento e l’attendibilità dei dati forniti dalla RPC sul rischio di contagi effettivi del Coronavirus.
Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Focus sulla Cina
28.1.2020
Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-000485/2020 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Articolo 138 del regolamento
Col pretesto di introdurre politiche di de-radicalizzazione e anti-terrorismo, la Cina viola norme e standard internazionali, creando grandi sofferenze a componenti etniche e religiose della propria popolazione. Rastrellamenti, deportazioni di massa e sparizioni forzate sono contrarie ai diritti fondamentali e alle libertà, e non contribuiscono alla stabilità e alla sicurezza.
Anche il sistema di credito sociale che consente di distribuire punti positivi e negativi alla popolazione e alle imprese altro non è che sorveglianza di massa intrusiva, lesiva della libertà di opinione e psicologicamente coercitiva.
Alla luce di quanto precede, può l’AR/VP rispondere al seguente quesito:
Intende sollevare tali argomenti con la Cina o intende proporre al Consiglio l’introduzione di sanzioni?
Censura cinese nei confronti degli editori a Hong Kong
28.10.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-003484/2019 alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Visti il rispetto per l’autonomia e le libertà di Hong Kong in virtù della dichiarazione congiunta sino-britannica e della Legge costitutiva di Hong Kong, la Convenzione internazionale dei diritti civili e politici sulla libertà di diffondere informazioni e idee di ogni genere, il valore attribuito dalla Commissione alla libertà di espressione e la strategia per supportare tale libertà, le azioni previste dagli orientamenti dell’UE in materia di diritti umani per la libertà di espressione online e offline “negli stati partner dell’UE nel mondo”, nonché il fatto che le librerie e le case editrici di Hong Kong sono controllate dal Liason office, collegato al governo di Pechino, che dal 2015 sono almeno 5 i casi di scomparsa di gestori di librerie o editori soggetti a censura e che nel 2018 ha chiuso la People’s Bookshop, l’ultima libreria dov’era possibile comprare libri vietati dal Partito comunista cinese, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
VP/HR — Recenti avvenimenti a Hong Kong
18.9.2019
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002842-19 alla Commissione (Vicepresidente/Alto Rappresentante)
Articolo 138 del regolamento
Destano preoccupazione le recenti prese di posizione del governo centrale cinese nei confronti delle manifestazioni a Hong Kong, così come le recenti parole usate dall’ ambasciatore cinese in Italia con le quali accusa gli Stati Uniti di perseguire una politica estera di ingerenza.
Il capo esecutivo della regione, Carrie Lam, ha definito i manifestanti destabilizzatori, nemici del benessere di Hong Kong, una minaccia più seria delle crisi finanziarie e della SARS.
Come italiani ed europei, la nostra posizione deve essere inequivocabile: il rispetto dei diritti umani, dei diritti civili e politici in Cina è la base sulla quale possiamo intensificare e migliorare i reciproci interessi economici.
Pertanto, tenuto conto dell’urgenza della situazione, quali iniziative ha in corso e intende intraprendere l’Alto Rappresentante affinché siano salvaguardati i diritti di chi manifesta pacificamente in Cina?
Proposte di risoluzione individuali
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su una nuova agenda europea per garantire la sopravvivenza di Taiwan e porre fine a ogni ambiguità nei confronti del paese
17.11.2022
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
B9‑0494/2022
Il Parlamento europeo,
PROPOSTA DI RISOLUZIONE su un nuovo assetto delle relazioni UE-Cina che porti al riconoscimento internazionale della Repubblica di Cina – Taiwan, anche attraverso l’incremento della politica navale e della dimensione marittima, a garanzia di un’Asia e un Indo-Pacifico liberi e multi-polari
11.10.2021
presentata a norma dell’articolo 143 del regolamento
B9‑0516/2021
Il Parlamento europeo,
Eventi e Webinar
“One-China policy” on Taiwan: the differences between the USA and Europe
02/06/2022
The United States is closely engaged with Taiwan through treaties and assurances. While the EU member states do have bilateral relations, but still no type of treaty
La geografia ci indica la rotta: il futuro dell’Unione europea e dell’Indo-Pacifico sono inseparabili
05/10/2023
Un importante seminario che delinea il quadro geopolitico dell’area e descrive la volontà egemonica della Cina. La “road map” che l’Unione europea dovrebbe seguire per assumere rilievo, contribuire alla pace, alla stabilità e alla prosperità dell’area. Le relazioni con Taiwan sono determinanti.
La strategia di cooperazione UE per l’Indo-Pacifico
14/05/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/05/la-strategia-di-cooperazione-ue-per-lindo-pacifico/
Con l’ambizione di diventare un attore sulla scena globale, la UE elaborerà entro il settembre del 2021 una strategia di collaborazione a lungo termine per un impegno nell’Indo-Pacifico. Il punto della situazione nella regione sempre più strategica per l’economia mondiale, sottoposta a forte pressione cinese.
Prove di dialogo
28/03/2021
https://www.annabonfrisco.eu/2021/03/prove-di-dialogo/
La Cina chiede agli USA di abbandonare la mentalità da Guerra Fredda e di costruire insieme un nuovo tipo di relazioni internazionali garantendo equità, giustizia e rispetto reciproco.
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Indo-Pacifico: è questo il teatro di confronto geopolitico globale dove gli Stati Uniti hanno chiara l’idea di creare un’alleanza infrastrutturale di sicurezza e di influenza strategica per contenere il Drago Cinese.
Il piano americano ha molti obiettivi tra cui quello di costruire un consenso internazionale per bloccare le politiche industriali e le pratiche commerciali sleali della Cina.
Velocizzare l’ascesa dell’India ed impedire a Pechino di stabilire sfere di influenza illiberale dovranno essere alla base di questo grande progetto americano.
L’Europa al posto di stringere accordi commerciali con la Cina dovrebbe schierarsi a favore di questo progetto, perché la difese dell’ordine mondiale liberale è anche nostro interesse.
Con un’interrogazione prioritaria e una proposta di risoluzione chiedo all’Unione europea il riconoscimento di Taiwan, uno Stato indipendente, sovrano, con una propria difesa nazionale, che conduce le proprie relazioni estere e ha una Costituzione e un governo democratici.
La recente celebrazione della Festa Nazionale delle Repubblica di Cina (Taiwan) è stata preziosa occasione di incontro con l’ambasciatore Andrea S.Y. Lee e per rafforzare l’idea di Indo-Pacifico libero, prospero e sicuro.
La Cina minaccia Taiwan e l’Indo-Pacifico attraverso l’esercizio del potere militare, violando la pace e la stabilità. Cyber attacchi e incursioni aeree sono quotidiani. Per questo motivo l’Unione europea non può rimanere silente.
Ieri sono intervenuta allo Scambio di opinioni sulle relazioni UE-Giappone. Un’occasione per il mantenimento e il rafforzamento di un Indo-Pacifico libero e aperto.
La profonda preoccupazione espressa sul colpo di stato in Birmania e la richiesta di porre fine alle violenze consegna all’Indonesia un ruolo chiave per la centralità dell’ASEAN nell’Indo-Pacifico e per proteggere e preservare un Mar Cinese Meridionale libero e aperto.
Va applaudito il suo modello positivo di leadership nella sicurezza per i settori delle frontiere, della contro proliferazione, della cyber security, dell’antiterrorismo, della sicurezza marittima, del mantenimento della pace, e assistenza umanitaria e risposta alle catastrofi.
L’attentato all’ex premier giapponese Shinzo Abe, durante un comizio elettorale, è una notizia che getta tutti noi nello sconforto. Le sue condizioni appaiono molto gravi. Rivolgo al presidente Shinzo Abe, la sua famiglia e al popolo giapponese i miei pensieri e le mie speranze.
Il Giappone è un Paese alleato. Grazie al lavoro di Shinzo Abe ha rafforzato la leadership globale democratica attraverso scienze e tecnologia, l’impegno verso le sfide ai nostri valori e la promozione di un Indo-Pacifico libero e aperto.
Due mesi esatti fa, il 23 agosto, 12 giovani attivisti pro-democrazia di Hong Kong venivano arrestati dalla Guardia costiera Cinese mentre cercavano di fuggire a Taiwan per ottenere l’asilo politico.
Di loro si sa solo che sono detenuti in Cina.
Da quel giorno le autorità Cinesi non permettono ai ragazzi dai 16 ai 33 anni di parlare con la famiglia e i loro avvocati.
Alcuni dei difensori sono stati minacciati e hanno abbandonato l’incarico. Il governo di Hong Kong non si è opposto alla decisione.
Il Partito Comunista Cinese viola ancora una volta i diritti basilari della popolazione di Hong Kong, calpesta gli individui e brutalizza la Libertà.
Domani ad Hong Kong, per la prima volta dopo 31 anni, rimarranno spente le candele di Victoria Park per commemorare le vittime di piazza Tienanmen.
La governatrice Carrie Lam, nominata dal governo cinese, ha vietato la veglia notturna usando il Coronavirus come scusa.
Per questo, domani sera, accendiamo Noi una candela per testimoniare che il popolo italiano è a fianco dei cittadini di Hong Kong!
Mentre dall’UE arriva solo qualche timida condanna, vittima della politica estera dell’equidistanza della Germania, guarda caso il principale partner commerciale europeo della Cina.
E il governo italiano fa di peggio: tace in nome degli affari con Pechino.
Hong Kong, assieme a Taiwan, è il luogo dove centinaia di studenti e manifestanti di piazza Tienanmen trovarono rifugio dalla repressione cinese.
E sempre domani il Consiglio Legislativo di Hong Kong metterà un ulteriore bavaglio al fronte pro-democrazia votando la legge che infligge dai 6.500 dollari di multa ai 3 anni di carcere chiunque “attenti alla solennità dell’inno nazionale cinese”.
Le nostre candele sono un piccolo gesto di supporto, ma servono a ricordare alle istituzioni che la democrazia riguarda tutta l’umanità.
Il 2024 si è aperto con la minaccia mortale della Cina a Taiwan. Non a caso, tra pochi giorni Taiwan andrà a libere elezioni, dimostrando ancora un volta di essere uno Stato indipendente che ha scelto la libertà e ha rifiutato il regime comunista cinese.
Quello di Taiwan è il primo e simbolico passo dentro un anno caratterizzato da sfide elettorali e democratiche che segneranno l’andamento della Storia mondiale: 76 Stati andranno al voto, coinvolgendo il 51% della popolazione globale. In molti di questi Paesi, i cittadini non potranno esercitare nelle pienezza le loro libertà democratiche.
La Cina sarà un grande argomento per tutti, non solo per Taiwan, poiché una minaccia che riguarda di vicino le nostre economie, le nostre libertà e valori. E’ anche il principale alleato degli autoritarismi armati contro l’Occidente, come l’Iran.
L’Unione Europea anche verrà soggetta all’opinione dei cittadini degli Stati membri. Spesso le abbiamo chiesto di scegliere la distanza dalla Cina.
Le forze armate cinesi promettono “tolleranza zero” verso Taiwan. E’ una dichiarazione bellica di soppressione ad ogni costo della libertà, dell’esistenza, della sovranità e della democrazia.
Il Partito Comunista Cinese a Taiwan, ad Hong Kong, ovunque nel Mondo dove esercita la sua influenza, propone un’agenda basata sul sangue e la repressione.
Per questo le recenti parole del commissario Valdis Dombrovskis, in occasione 9º dialogo economico e commerciale ad alto livello UE-Cina, suonano come una marcia funebre di quelli che dovrebbero essere i principi più autentici dell’Europa.
Taiwan è un diamante delle democrazie, con un punteggio di 94 su 100 nell’indice stilato da Freedom House. Al posto che un tabù nel linguaggio della politica estera europea, sia una delle massime espressioni della sfida alla Cina e sinonimo di libertà dei popoli.
Taiwan è la prima Democrazia dell’Asia, pluralista, indipendente, uno Stato che garantisce ai suoi cittadini pieni diritti e libertà. Per questo motivo, la Cina nega l’esistenza e assedia militarmente questo baluardo democratico.
Non possiamo stare in silenzio sulle azioni di queste ore da parte della Cina e la connivenza di alcune cancellerie europee. Non tradiamo gli ideali su cui sono fondate l’dea della società contemporanea, l’Europa e le costituzioni liberali degli Stati!
Il Parlamento europeo ha già chiarito che l’Unione europea sostiene Taiwan come partner strategico, politico e commerciale, a partire dal digitale, connettività, innovazione ed economia circolare e crescita sostenibile.
La visita a Taiwan del vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana, Gian Marco Centinaio, è motivo di particolare orgoglio e ribadisce la vicinanza dell’Italia alla prima democrazia dell’Asia, un partner strategico commerciale e valoriale.
Quella della Lega di Matteo Salvini è la prima delegazione parlamentare italiana in visita dell’insediamento del governo presieduto da Giorgia Meloni.
Italia, Unione Europea e Taiwan sono unite nelle condivisione di valori, come democrazia, Stato di diritto e diritti umani. Il sostegno dell’ordine internazionale basato su regole è uno degli obbiettivi comuni assieme alle promozione di stabilità, sicurezza e prosperità comune.
L’allarme lanciato sulla Cina congiuntamente dai capi dei servizi di sicurezza del Regno Unito e degli Stati Uniti deve preoccupare l’Europa.
Infatti le interferenze del Partito Comunista Cinese nel Mondo rendono Pechino la più grande minaccia a lungo termine alla nostra sicurezza. In particolar modo, dopo due anni dalla stretta mortale su Hong Kong, la politica mortifera di espansione della Cina guarda a Taiwan.
E’ stato denunciato inoltre il ripetuto tentativo di furti di tecnologie. La Cina imbroglia e ruba su vasta scala e lo fa anche attraverso programmi di hackeraggio oramai tra i più sofisticati al Mondo.
L’Unione europea invece si sta preparando per tutto questo?
Taiwan: Cina impone sanzioni a deputato Usa McCaul = (AGI) – Pechino, 13 apr. – La Cina ha annunciato l’imposizione di sanzioni nei confronti del direttore della Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, il repubblicano Michael McCaul, che settimana scorsa ha incontrato a Taipei la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, poche ore dopo il rientro della stessa Tsai dalla California, dove aveva incontrato lo speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Kevin McCarthy, provocando la rabbia di Pechino.
Pe: Bonfrisco (Lega), bene dibattito su parole sciagurate Macron = (AGI) – Bruxelles, 13 apr. – “Ben venga la richiesta di un dibattito in Aula, che il nostro gruppo ha avanzato fin da subito, in occasione della prossima seduta Plenaria, sulle sciagurate parole di Macron su Cina e Taiwan. Sara’ un’occasione importante per dimostrare ai nostri partner strategici che siamo uniti nel sostenere con un’unica voce principi fondamentali per la democrazia e lo Stato di Diritto, a partire dall’inviolabilita’ della sovranita’ degli Stati”. Lo dichiara in una nota Anna Cinzia Bonfrisco, europarlamentare della Lega, componente della commissione per gli Affari esteri e della delegazione per le relazioni con la Nato. “Per citare testualmente l’Alto rappresentante Borrell, che a nome dell’Ue aveva risposto a un’interrogazione presentata a marzo, ‘L’Ue difende i propri valori e interessi. Allo stesso tempo, la lunga storia comune e i valori condivisi con gli Stati Uniti rendono l’Ue piu’ vicina a Washington che a Pechino’. Le dichiarazioni di Macron su Cina e Taiwan non sono solo una sgrammaticatura istituzionale, ma un danno per tutti coloro che affrontano gli intenti malevoli delle autocrazie. Vorremmo anche ricordare le vittime di gravi violazioni di diritti umani in Tibet e nello Xinjiang e l’erosione dei diritti della popolazione di Hong Kong”, conclude Bonfrisco.
https://www.facebook.com/photo/?fbid=630070622272843&set=a.365083102104931
Taiwan è la prima Democrazia dell’Asia, pluralista, indipendente, uno Stato che garantisce ai suoi cittadini pieni diritti e libertà. Per questo motivo, la Cina nega l’esistenza e assedia militarmente questo baluardo democratico.
Non possiamo stare in silenzio sulle azioni di queste ore da parte della Cina e la connivenza di alcune cancellerie europee. Non tradiamo gli ideali su cui sono fondate l’dea della società contemporanea, l’Europa e le costituzioni liberali degli Stati!
Il Parlamento europeo ha già chiarito che l’Unione europea sostiene Taiwan come partner strategico, politico e commerciale, a partire dal digitale, connettività, innovazione ed economia circolare e crescita sostenibile.
La Commissione Esteri del Parlamento Europeo ha sviluppato un importante dibattito sul multilateralismo
Contributi alle discussioni in Aula
Attività della polizia cinese in Europa
Mercoledì 10 aprile 2024 – Bruxelles
Signor Presidente, onorevoli colleghi, cari rappresentanti del Consiglio e della Commissione, la vastità della rete di stazioni di polizia cinese in Europa è segnalata da questo Parlamento almeno dal 2022. Risulta pertanto allarmante che solo adesso veniate a riferire su una minaccia che rappresenta una seria preoccupazione per i cittadini europei.
L’Italia ha fatto la sua parte per smantellare gli accordi della sinistra e ancora lotta per combattere le conseguenze dannose di quegli accordi, ad esempio le connessioni tra associazioni cinesi, criminalità organizzata e i funzionari pubblici del Partito comunista.
Infatti, è il Partito comunista cinese che usa l’Europa come terreno per lo spionaggio, le interferenze e la violazione dei diritti umani, perché per sua natura intende disporre di ogni aspetto della vita degli individui e della libertà di pensare, della libertà di agire e di decidere, che la Cina prova a eliminare.
Agite subito, quindi, e sanzionate i funzionari cinesi che hanno un legame con le stazioni di polizia. Sospendete qualsiasi trattato di estradizione con Hong Kong e con la Cina. Mettete gli Stati europei in condizioni di difendersi. Opponete i valori liberali e la libertà all’ingerenza corruttrice cinese.
Legami più stretti fra UE e Armenia e necessità di un accordo di pace fra Armenia e Azerbaigian
Martedì 27 febbraio 2024 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, una nuova agenda di partenariato tra Unione europea e Armenia, che stabilisce priorità comuni più ambiziose per una cooperazione che abbracci tutte le dimensioni è il riconoscimento dello sforzo compiuto da Erevan nell’intraprendere la strada di una democrazia compiuta, dell’affermazione dello Stato di diritto e l’allontanamento dall’influenza della Russia di Putin.
Tuttavia, questo lenisce solo in parte le sofferenze armene di questi anni. Inoltre, le minacce militari dell’Azerbaigian, al confine con l’Armenia, e il tremendo squilibrio di potere tra i due Paesi mantengono alto il rischio di una possibile invasione.
In nome dell’indipendenza e dell’integrità territoriale, dobbiamo fornire ogni aiuto attraverso lo Strumento europeo per la pace: equipaggiamento militare e sostegno al processo di sicurezza di quel paese. Solo così garantiremo la pace e non commetteremmo lo stesso errore fatto nel Nagorno-Karabakh.
Dobbiamo avviare il processo di allargamento con serietà, trasparenza e celerità. Difendiamo un baluardo di democrazia tra la moltitudine delle autocrazie. Difendiamo le nostre radici, dove qualcuno le vorrebbe recidere. Difendiamo l’Armenia e affermeremo l’Europa.
Recenti sviluppi alla frontiera esterna dell’UE tra Finlandia e Russia e necessità di rispettare il diritto dell’UE
Martedì 21 novembre 2023 – Strasburgo
Signora Presidente, signor rappresentante del Consiglio, signora Commissaria, onorevoli colleghi, quello che avviene ai confini tra Russia e Finlandia è una palese violazione della sovranità di uno Stato membro e quindi una violazione dell’intera sovranità dell’Europa. Parliamo di quella sovranità territoriale giuridica su cui fondiamo la difesa dei nostri valori, delle nostre identità, delle nostre culture e sulla base della quale garantiamo la sicurezza ai cittadini europei.
La migrazione senza controllo è una minaccia ibrida da cui gli Stati membri hanno legittimità a difendersi. Da una parte, l’utilizzo delle vite umane dei migranti, soprattutto quelli più fragili, è frutto di un piano a tavolino che sfrutta, da parte di alcuni governi o con mezzi digitali o attraverso le organizzazioni criminali, ogni mezzo per attuare il grande ricatto all’Europa. Ma, dall’altra, l’immigrazione senza controllo è anche frutto dell’incapacità di governare un fenomeno ormai, appunto, codificato come una minaccia ibrida utilizzata contro di noi.
Pertanto, il primo passo per liberarci dal ricatto consiste nel rispondere a questa domanda: sono tutte le crisi migratorie una minaccia ibrida ai confini dell’Europa? Vale anche, per esempio, per il Mediterraneo? Perché su questo fondiamo un principio comune. È quindi arrivato il momento di scegliere e guardare al futuro senza voltare le spalle alle sfide del presente, oggi in Finlandia, domani altrove, in Europa.
Ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione – Integrità elettorale e resilienza in vista delle elezioni europee del 2024
Giovedì 1 giugno 2023 – Bruxelles
Signora Presidente, onorevoli colleghi, grazie alla relatrice Sandra Kalniete. Lo spirito di unità sul testo della collega dimostra che è interesse di tutti difendere le voci libere dei popoli europei da ogni forma di interferenza straniera, compresa la disinformazione.
È un impegno che comincia dalla lotta all’antisemitismo, ad esempio, la madre di tutte le sfide nella battaglia globale delle narrative dannose per la nostra democrazia. È così, infatti, che gli autoritarismi di questo mondo saranno più isolati. È così che gli Stati membri potranno coltivare radici culturali giudaico-cristiane più robuste. È così che i cittadini potranno attestare forti valori costituzionali, liberali, democratici e occidentali.
Da qui nasce il dovere dell’Unione europea di impegnarsi di più, signora Commissaria, con il resto del mondo, a partire, ad esempio, dal Mediterraneo allargato. Infatti, il grave ferimento dei soldati in Kosovo, di cui 14 italiani, è anche figlio delle interferenze straniere in quell’area. Ed è con lo stesso spirito che siamo impegnati a rendere il mondo un luogo di pace e di dialogo e dove affrontiamo tutte le minacce ibride ai nostri confini e quelle che entrano dentro di noi, a condizione che lo facciamo però nella ricerca della verità e non della strumentalizzazione politica.
Capacità di dispiegamento rapido dell’UE, gruppi tattici dell’UE e articolo 44 TUE: la via da seguire
Martedì 18 aprile 2023 – Strasburgo
Signora Presidente, grazie al relatore López per il lavoro che oggi affrontiamo in questa discussione. Discutiamo della capacità di dispiegamento rapido dell’Unione, dei gruppi tattici dell’Unione e dell’articolo 44 del trattato sull’Unione europea.
Si tratta di una capacità di difesa che gli Stati membri hanno deciso di pianificare, come sancito dalla nuova dottrina della difesa europea, la bussola strategica, e sono richiesti la sostenibilità, la continua disponibilità delle forze e adeguati livelli di prontezza. È richiesto anche il completamento dei gruppi tattici dell’Unione attraverso i cosiddetti “strategic enablers“, che il livello di ambizione della bussola sia riflesso in un rafforzamento dell’architettura di comando e di controllo e nell’industria europea e di cercare sinergie con la NATO, perché rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione rimane un obiettivo condiviso con la NATO.
Inoltre, gli Stati sanno di poter sfruttare le opportunità per la cooperazione prevista dall’articolo 44 del trattato, e devono farlo. Del resto, l’obiettivo europeo e atlantico è uno: fare di più e meglio insieme per fermare le continue atrocità di massa che creano instabilità nella comunità internazionale e che impediscono la pianificazione di uno sviluppo migliore per tutti, come ci insegnano le recenti vicende, che trattiamo sempre con grande rispetto nei confronti del popolo ucraino, e come ci ha insegnato l’amara lezione dell’Afghanistan.
Tempo delle interrogazioni (VP/AR): rafforzamento dei legami transatlantici in un mondo multilaterale sempre più problematico
Martedì 14 marzo 2023 – Strasburgo
Signor Presidente, Alto rappresentante, onorevoli colleghi, in questo secolo sappiamo che poco può fare una singola strategia di sicurezza nazionale, che non basta una strategia di sicurezza europea: serve una strategia di sicurezza transatlantica sempre più forte.
E nell’ambito del dialogo transatlantico, sappiamo, che per il nostro più grande alleato e il più importante, gli Stati Uniti, è diventato materia di sicurezza nazionale il concetto secondo il quale, chi sarà alla guida delle tecnologie abilitanti e di quelle emergenti, dall’energia alle scienze biomediche, dall’intelligenza artificiale al quantum computing, emergerà come leader mondiale e sarà in grado di esercitare il soft power e l’hard power meglio di altri.
Le chiedo, quindi: c’è perfetta sintonia tra Europa e Stati Uniti in questa valutazione dottrinale? Riscontra debolezze, vulnerabilità nell’implementare tale dottrina?
Difesa della democrazia dalle ingerenze straniere
Mercoledì 14 dicembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie per i contributi che ho potuto ascoltare con attenzione, ma le domande di questa sessione di interrogazioni orali di oggi potrebbero essere poste da tutti i cittadini europei dopo i fatti del Qatargate.
Essi sono una dura sentenza della storia, della democrazia e della nostra libertà. Abbiamo scoperto, quindi, che non solo la Cina, per esempio attraverso le stazioni di polizia cinese infiltrate sul nostro territorio, non solo la Russia, attraverso la disinformazione, mirano a indebolire la nostra libertà e a violare la nostra sovranità.
Per questo motivo aveva senz’altro ragione l’Alto rappresentante Borrell, caro Commissario, nella sua metafora sulla giungla e il giardino; il giardino, quello che noi dobbiamo difendere.
Pertanto un nostro approccio diverso rispetto a quell’ambiente difficile e turbolento nel quale viviamo oggi è necessario. È questo il messaggio lapidario che l’Unione europea e i suoi Stati membri devono diffondere ai cittadini europei per dare loro sicurezza sulla tenuta della nostra democrazia, perché la realtà è che questa nostra democrazia viene messa in discussione dalle azioni malevole di Stati terzi che mirano a indebolire le fondamenta dell’Unione europea.
E siamo coscienti del pericolo che corre lo svolgimento corretto e libero delle prossime elezioni europee, ad esempio, ma è semplice quello che ci resta da fare.
Dobbiamo fare passi avanti significativi rispetto ai nostri avversari in ogni campo della conoscenza e del sapere e cercare di mantenere un ampio vantaggio competitivo, il più a lungo possibile; dobbiamo proteggere i nostri talenti scientifici e le nostre società; dobbiamo affermare con forza che non c’è alternativa all’ordine internazionale e alle regole europee.
Sospetta corruzione da parte del Qatar e, più in generale, necessità di trasparenza e responsabilità nelle istituzioni europee
Martedì 13 dicembre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Qatargate, che riguarda ONG, sindacati, individui, assistenti e deputati al Parlamento europeo, è il più grave attacco politico alla democrazia europea di paesi terzi autocratici da quando esistono le istituzioni dell’Unione europea.
Noi chiediamo innanzitutto una forte critica nei confronti del Qatar e dei nemici della democrazia che ci minacciano direttamente dall’esterno, come già abbiamo avuto modo di scrivere in un’interrogazione parlamentare presentata, già due anni fa, dalla nostra collega Ceccardi.
Noi però intendiamo stare uniti, quale processo fondamentale per la produzione degli anticorpi che difendono la nostra società, la cui libertà e la cui democrazia è così vitale per mantenere fermo il pieno rispetto della presunzione di innocenza. Nello Stato di diritto, al quale crediamo tutti.
Oggi noi potremmo speculare contro alcuni di noi e, invece, ci rammarichiamo anche per essere stati esclusi dal processo democratico di questo Parlamento e svolgere il prezioso ruolo di opposizione costruttiva che serve a qualunque maggioranza democratica.
Nell’autoreferenzialità che spesso distingue alcuni di voi ci avete chiamato col cordone sanitario, ma è stato un tragico errore. Nonostante ciò, di fronte a questo disastro, vi ribadisco, noi restiamo uniti per difendere le istituzioni europee e i cittadini europei.
Tempo delle interrogazioni (VP/AR) – Impatto sui paesi terzi della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina in relazione all’accordo sull’iniziativa sui cereali del Mar Nero
Martedì 22 novembre 2022 – Strasburgo
Signor Alto rappresentante, grazie per le Sue parole chiarificatrici.
Volgendo lo sguardo al futuro, possiamo dire che la crisi alimentare potrebbe far morire più persone di quelle colpite dalla pandemia. L’insicurezza alimentare e la fame nel mondo hanno numeri scioccanti: in Afghanistan 20 milioni, nello Yemen 19 milioni, nel Sahel 18 milioni, nel Corno d’Africa 37 milioni.
Quello che l’Ucraina immetteva nel mercato globale prima della guerra erano milioni di tonnellate al mese, quindi stiamo solo intravedendo oggi i segni precursori del disastro che sta per avvenire.
Le chiedo quindi: nello sforzo di mettere insieme l’assistenza alimentare di emergenza, ci può dire quali modifiche del sistema di aiuti l’Unione si appresta ad apportare per migliorarlo, visto che era non sostenibile ancora prima della guerra?
Tempo delle interrogazioni (VP/AR) – Impatto sui paesi terzi della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina in relazione all’accordo sull’iniziativa sui cereali del Mar Nero
Martedì 22 novembre 2022 – Strasburgo
Signor Alto rappresentante, grazie della Sua risposta.
Per risolvere velocemente gli ostacoli della “Black Sea Grain Initiative”, che ha delle peculiarità, ad esempio non contiene una disposizione per la risoluzione delle controversie, e che accorda al Segretario generale e alla Turchia un alto grado di indipendenza come mediatori, e mi pare questo il punto pratico più importante dell’accordo, l’Unione europea vorrebbe introdurre disposizioni o regole in tal senso?
Tempo delle interrogazioni (Commissione) – Proteggere le infrastrutture critiche nell’UE dagli attacchi e contrastare gli attacchi ibridi
Martedì 18 ottobre 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, grazie Vicepresidente, è stato davvero molto interessante ascoltare le Sue parole e io mi auguro che Lei abbia ragione nel costruire rapidamente questo scudo per i paesi europei, composto dalla direttiva CER, dalla NIS 2, dal Cyber Resilience Act, che sia davvero efficace, altrimenti avrà ragione il collega Glucksmann, che ha messo già in evidenza i nostri ritardi.
Allora Le domando: questo impianto normativo riuscirà a essere rapido tanto quanto rapidi sono gli attacchi? E la seconda domanda è: il peso amministrativo sulle nostre aziende, sulle imprese, per poter allinearsi alla riduzione del rischio, ridurrà anche la loro competitività rispetto ad altre imprese nel mondo? E quindi cosa può fare l’Unione europea per sostenere lo sforzo di queste imprese?
Sì con le linee guida, ma anche con risorse.
Tempo delle interrogazioni (Commissione) – Proteggere le infrastrutture critiche nell’UE dagli attacchi e contrastare gli attacchi ibridi
Martedì 18 ottobre 2022 – Strasburgo
Signor Vicepresidente, Lei sa che l’Italia è il settimo paese al mondo per cyber attacchi? Il primo paese in Europa. C’è bisogno quindi di sostenere un processo importante perché l’Italia è un paese strategico rispetto ad alcune grandi infrastrutture; all’inizio del dibattito venivano citate quelle sottomarine, ma ce ne sono anche molte altre. Cosa intendete fare?
Preparazione dell’UE contro gli attacchi informatici a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina
Martedì 3 maggio 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, Vicepresidente Schinas, il tema della preparazione dell’Unione europea contro gli attacchi informatici a seguito dell’invasione russa in Ucraina è influenzato principalmente dal diverso livello e grado di preparazione degli Stati membri.
Stati membri forti fanno un’Unione forte, ma questo vale in tutti i campi, in tutti i settori e in tutti i domini. Anche l’attuale governo italiano ha aumentato la propria capacità, dando avvio all’Agenzia per la cibersicurezza nazionale, unificando tutte le attività di protezione dalle minacce informatiche, contribuendo così alla sicurezza dell’Unione europea. La cibersicurezza garantisce la difesa nazionale, la difesa dell’Unione europea, la stabilità socioeconomica, l’ordine democratico degli Stati, la coesione della società, il fatto che i cittadini possano contare su informazioni affidabili e rimanere psicologicamente integri, ovvero non perdano fiducia nella leadership dei loro paesi. Non solo, i cittadini europei devono contare su servizi vitali critici e devono essere difesi da spionaggio e disinformazione.
Nella guerra ibrida che si sta consumando in Ucraina abbiamo le prove degli attacchi letali della Federazione Russa. È nostro dovere aiutare il popolo e le organizzazioni ucraine a proteggersi. È nostro dovere estendere questo ombrello protettivo e capacitivo a tutti coloro che sono a noi affini e continuare nell’approfondimento con la NATO delle esercitazioni.
Ecco perché il mio appello permane perché si ponga fine alla disinformazione che affligge l’Unione europea perché forse troppo dimenticata da tutti noi.
Tempo delle interrogazioni al Vicepresidente della Commissione / Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – Sicurezza e bussola strategica dell’UE
Martedì 5 aprile 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio l’Alto rappresentante per essere qui oggi.
Vorrei tornare sul tema della NATO. Molto sinteticamente, le chiederei quali sono gli ostacoli principali che lei vede nell’implementazione della bussola strategica e il suo calendario di marcia, con riferimento alla complementarietà tra l’Unione europea e la NATO e soprattutto come il concetto strategico, che lei ha già citato prima, della NATO, debba riflettere il nuovo ruolo di attore di sicurezza e di difesa che l’Unione europea sta cercando di assumere nella crisi ucraina, ad esempio.
Detto in un altro modo, Alto rappresentante: come allineiamo le posture dei Paesi dell’Unione europea a quelle della NATO? Le due organizzazioni, nei prossimi cinque anni, quali passi avanti potranno fare?
Tempo delle interrogazioni al Vicepresidente della Commissione / Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – Sicurezza e bussola strategica dell’UE
Martedì 5 aprile 2022 – Strasburgo
Quindi le chiedo, Alto rappresentante, cos’altro può mettere in campo l’Unione europea nella sua organizzazione politica per sostenere i suoi Stati membri che aderiscono alla NATO nello sforzo di difesa comune europea?
Attuazione della politica estera e di sicurezza comune –relazione annuale 2021 – Attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2021
Martedì 15 febbraio 2022 – Strasburgo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio il presidente McAllister per la sua relazione.
Nelle nostre relazioni, così come ha sottolineato anche la presidente Loiseau, sono presenti argomenti fondamentali per il benessere economico e la sicurezza dei cittadini europei, soprattutto per le lezioni apprese dalla pandemia.
Signor Borrell, ieri la Presidente Lagarde ha fatto chiaro riferimento a fattori negativi sul benessere dei nostri cittadini, quali i colli di bottiglia nella logistica e i costi dell’energia, evidenziando come le tensioni geopolitiche siano aumentate e i costi dell’energia elevati potrebbero esercitare un freno più forte del previsto sui consumi e sugli investitori.
In altre parole, il benessere degli europei è continuamente eroso e ci stiamo impoverendo. Questo dato pesa sulla politica estera europea, sulle nostre capacità, sull’influenza e sulle ambizioni, come abbiamo dimostrato per esempio in Afghanistan. Ci stiamo muovendo verso un nuovo ordine globale, che sarà definito dalla competizione tra le maggiori potenze. Il tipo di relazioni da intrattenere con la Cina, diventata più autoritaria all’interno e più aggressiva all’esterno, è chiaramente l’argomento trainante.
Però abbiamo finalmente raggiunto, anche grazie alla mia parte politica, la consapevolezza che dobbiamo continuare, possiamo continuare, a negoziare con la Cina solo da una posizione di superiorità valoriale, economica, tecnologica e militare. E non lo faremo da soli, lo faremo in modo sistemico, con gli Stati Uniti e con le altre democrazie sviluppate a noi affini: Giappone, Corea, India, Regno Unito e altri ancora. E non saremo soli in questo cammino. Molti Stati dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia dovranno fare chiare scelte di campo.
Sulla Russia raccomando di porre maggiore attenzione a come Putin esercita il suo potere. Sulla Turchia mi compiaccio che le nostre due relazioni, in linea con la mia parte politica, chiaramente prendano atto che la Turchia è una minaccia per la pace e che deve essere oramai interrotto quel processo. A questo proposito, propongo un panel di giuristi internazionali per interromperlo.
Stato delle capacità di ciberdifesa dell’UE
Martedì 5 ottobre 2021 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissaria, proteggere le reti digitali militari e le reti delle nostre comunità di intelligence garantisce la piena sovranità degli Stati membri, la non interferenza nelle nostre politiche, nelle libertà dei cittadini europei e anche nei nostri interessi nel mondo.
I nostri avversari vogliono corrompere, degradare, sostituire il nostro modello di democrazie liberali occidentali con il loro modello autoritario. Chi vincerà quindi questa guerra cyber nei prossimi anni? Senza dubbio, se divisi perderemo e verremo spogliati dei nostri vantaggi competitivi e delle nostre certezze. Pertanto è necessaria la creazione di un gruppo di lavoro per la cyber intelligence, condiviso tra l’Unione e gli Stati membri, che consenta una risposta diplomatica comune. L’Europa sarà all’altezza della sfida cyber sino-russa? Non certo attraverso un semplice documento. L’Europa ha bisogno di leadership, di visione e di azione nel contesto del cyber.
Relazione annuale sull’attuazione della politica estera e di sicurezza comune – Relazione annuale sull’attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune
Martedì 14 gennaio 2020 – Strasburgo
Signora Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio gli onorevoli McAllister e Danjean per l’ottimo lavoro svolto e per le loro relazioni, che ci aiutano a capire meglio come, per esempio, a pochi chilometri dai nostri confini le crisi in Nord Africa e Medio Oriente siano maturate senza che gli sforzi dell’Unione europea producessero alcun risultato.
Dopo cinque fallimentari anni di gestione Juncker, oggi la Libia scivola tra le mani di Russia, Turchia e Cina, mentre il tanto decantato accordo nucleare iraniano si sbriciola alla prima difficoltà.
Ma la domanda è semplice, signor Vicepresidente Borrell: gli strumenti politici e le risorse che destiniamo alla politica industriale e alla difesa europea, e la sua pretesa di autonomia strategica, avranno un reale impatto di sicurezza per chi ha eletto questo Parlamento, cioè i cittadini europei?
Relazioni in quanto relatore ombra
RELAZIONE sul ruolo del Parlamento europeo e della sua diplomazia parlamentare nella politica estera e di sicurezza dell’UE
6.12.2023 – (2023/2105(INI))
Il Parlamento europeo,
Rafforzare la diplomazia parlamentare
Strumenti, mezzi e valori della diplomazia parlamentare
Contributo del Parlamento alla politica estera e di sicurezza dell’UE
Team Europa: il Parlamento come partner di politica estera
MOTIVAZIONE
La diplomazia parlamentare viene progressivamente riconosciuta, in un mondo sempre più complesso e polarizzato, quale efficace strumento di politica estera per interagire a livello politico con diversi attori nei paesi terzi, vale a dire i parlamentari, ma anche i governi, la società civile e le organizzazioni internazionali. Il Parlamento europeo, oltre al suo ruolo di controllo sul lavoro dell’esecutivo dell’UE, è un esempio di primo piano a livello internazionale della crescente realtà della diplomazia parlamentare nell’integrare e plasmare la politica estera, ma ha ancora molte sfide per ottenere prestazioni e risultati migliori.
La presente relazione, suddivisa in quattro capitoli, fornisce una valutazione degli strumenti e degli organismi esistenti di cui il Parlamento europeo dispone per influenzare l’azione esterna dell’UE e presenta una serie di proposte per migliorare il coordinamento tra le pertinenti istituzioni dell’UE. Sottolinea l’importanza del ruolo del Parlamento nel promuovere i diritti umani e la democrazia quali elementi essenziali dell’agenda esterna dell’UE, in particolare attraverso i dibattiti, le risoluzioni e l’impegno multilivello, formale e informale con gli attori esterni. Nonostante il ruolo crescente del Parlamento nel settore della politica estera dell’UE, deve ancora essere pienamente riconosciuto come attore integrante dell’approccio “Team Europa”. Per questo motivo, la relazione propone, tra le altre cose, la creazione di un programma pilota interistituzionale da avviare in un numero selezionato di paesi terzi, in cui gli strumenti del Parlamento siano pienamente integrati con quelli del SEAE, della Commissione e degli Stati membri in relazione a tali paesi.
Dal punto di vista interno del Parlamento, la relazione sottolinea la necessità di un maggiore coordinamento, proponendo di promuovere sinergie tra le molteplici missioni del Parlamento all’estero per rafforzare la coerenza dei messaggi e dell’impegno esterno. Analogamente, la relazione chiede una maggiore sincronizzazione con la Commissione nel sostenere la democrazia parlamentare in tutto il mondo.
L’attività diplomatica multilivello del Parlamento europeo dovrebbe essere vista come un’opportunità per le istituzioni dell’UE, in quanto ha la capacità unica, ad esempio, di instaurare un dialogo con diversi attori quando il ramo esecutivo dell’UE è politicamente limitato o di esprimersi su questioni sensibili ma essenziali dei diritti umani e della democrazia.
Inoltre, affinché il Parlamento europeo possa dispiegare appieno il suo potenziale di attore diplomatico internazionale, è fondamentale completare l’aggiornamento dell’accordo interistituzionale del 20 novembre 2002 tra il Parlamento europeo e il Consiglio. Lo stesso vale per il mandato di controllo del Parlamento, in cui, al fine di migliorare il livello di responsabilità e trasparenza del SEAE e dei servizi esterni della Commissione, è necessario aggiornare la dichiarazione del 2010 sulla responsabilità politica.
RELAZIONE sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione
15.5.2023 – (2022/2075(INI))
Strategia coordinata dell’UE contro le ingerenze straniere
Resilienza
Ingerenze per mezzo delle piattaforme online
Infrastrutture critiche e settori strategici
Ingerenze durante i processi elettorali
Finanziamento occulto di attività politiche da parte di attori e donatori stranieri
Cibersicurezza e resilienza nei confronti degli attacchi informatici connessi ai processi democratici
L’impatto delle ingerenze sui diritti delle minoranze e di altri gruppi vulnerabili
Ingerenze attraverso attori globali tramite l’elite capture, le diaspore nazionali, le università e gli eventi culturali
Deterrenza, attribuzione delle responsabilità e contromisure collettive, comprese le sanzioni
Vicinato, cooperazione globale, multilateralismo